martedì 30 ottobre 2007

Comunicazione di servizio...

Tre cose per i miei lettori...
La prima è che l'indirizzo di questo blog è pubblico. Potete passarlo a chiunque vogliate. Mi fate solo un piacere.
La seconda è che ho deciso di far sparire le pubblicità.
La terza è che ho aggiunto l'elenco delle etichette dei post. Così si capisce al volo di cosa parlo... E quali sono i post per ogni argomento.

Il motivo della seconda decisione è che ne ho piene le palle IO della pubblicità... perché devo farla sorbire agli altri? Quindi... Via. Non servono.

Vodafone mi prende per il culo! Aiuto!

Insomma... capita che oggi è quel giorno che insisto nel voler ignorare. Quello come tutti gli altri.
Però non si sfugge ai reminder automatici, specialmente di alcune aziende.
Così, non solo mi sono arrivati X SMS automatici stamattina ma mi sono arrivare anche Y mail da parte di varie società.
Tutta roba automatica, da parte di aziende che non hanno la MINIMA considerazione dei clienti e li prendono pure per il culo fingendo di essersi ricordati di loro. Quando non è affatto vero. C'è un programma che manda queste mail, in base al suo DB...
Comunque sia, alcune di queste mail regalano qualcosa. Una volta all'anno, anche la più granitica delle società mostra un minimo di cedimento. Finto. Ma finge bene.
Così mi arriva una mail di Vodafone in cui mi dicono che, siccome è un giorno speciale, siccome sono un bravo ragazzone, siccome mi sono iscritto al loro sito, siccome la luna è in Urano e ci sono altre strane coincidenze astrali, mi fanno un regalo.
"Clicca qui per ricevere il tuo regalo"
Ora... Già il fatto che non me lo mandi ma che lo devo prendere io, mi fa un po' girare le palle...
Comunque... Clicco.
Si apre il browser... Ci pensa quei 5 minuti... E poi compar eil mio regalo. STUPENDO.
Un messaggio di errore che dice, con una grafica da urlo, "Pagina non trovata".
Mi serviva proprio un messaggio così... Non so come ho fatto a sopravvivere senza fino ad oggi.
Vuoi mettere?
Quando sono stanco e la bimba piange, metto su la pagina non trovata e via, risolto. Oppure quando vengo chiamato in qualche barbosa riunione... pagina non trovata. E passa la paura.
Grazie Vodafone. Hai cambiato il senso alla mia miserabile vita.

Etica aziendale? Mi prendete per i fondelli?

Cos'è l'etica aziendale?
In teoria è un foglio di carta con scritte delle regole che l'azienda rispetta nel rapporto con dipendenti, collaboratori, fornitori e clienti.
Regole tipo: "hai il diritto di fare la pausa pranzo" oppure "hai il diritto di non fare straordinari", "hai il diritto di non essere insultato", "nessuno ti deve urlare dietro improperi in mezzo a un corridoio"... "Nessuno ti deve mettere le mani addosso".
Cose normali, insomma.
Poi, ci sono aziende dove questo foglio di carta è talmente tenuto in considerazione da dare dei "plus" ai dipendenti. L'idea di fondo è che un'azienda che toglie rogne ai dipendenti è più produttiva: nessuno rende bene sul lavoro se è sommerso dai problemi di casa, di stipendio, di ambiente e così via.
Così, alcune aziende entrano, ogni anno, tra le aziende in cui è bello lavorare e alcuni accettano anche stipendi ridotti pur di farne parte: Ikea, Epson, Techint, ecc..
Tutte aziende "nobili" che, in realtà, sanno benissimo che un asino ben tenuto rende molto più di un asino affamato e bastonato. Il loro scopo non è diverso da altre aziende qualsiasi: il lucro.
Poi ci sono aziende che hanno una carta etica che, solitamente, viene esposta al cesso (dal latino "recessum", ritirata.) Ovviamente ne fanno l'uso tipico delle cose esposte in questo luogo...
Spesso, poi, arrivano a situazioni paradossali che dimostrano solo che il loro atteggiamento è di facciata.
Un esempio di questo comportamento sono alcune società di servizi alla persona che dicono di applicare rigidamente un codice etico.
Poi, però, salta fuori che si avvalgono della collaborazione di altre aziende che gli gestiscono un call center o gli forniscono sistemisti... Che NON applicano alcun codice etico.
Così, nello stesso ambiente, si ritrovano dipendenti della prima società, regolarmente assunti, insieme ad associati della società di consulenza. Questi ultimi, come tutti gli associati, hanno ferie non pagate, se si ammalano sono fatti loro, non avranno una pensione e se alzano la testa son bastonate sui denti.
ovviamente, la società finale ha ampie rassicurazioni da questo intermediario che quelle persone sono trattate bene... Ma, dico... Vorri chiederlo ai diretti interessati? invece no... perché ufficialmente è tutto a posto. Ufficialmente sono dipendenti regolarmente assunti e ben retribuiti. Ufficialmente hanno un lavoro invidiabile. Ragazzi... Ufficialmente potete andarvene affanculo perché non è vero nulla!
Più della metà delle aziende di consulenza che conosco si limita a fare da intermediari e SFRUTTA il lavoro delle persone.
Uno può anche dire che questi se ne possono andare... Ed è verissimo. Nel mondo delle favole o in paesi in cui il mercato del lavoro in condizioni umane non è bloccato da leggi idiote, una persona capace può lasciare un posto del genere e trovare in un tempo ragionevole un lavoro migliore.
Sarebbe il fallimento di queste società di "intermediazione" che si tengono il 90% dei guadagni, sfruttando ragazzini spacciati per super esperti... O super esperti troppo anziani per essere accettati come dipendenti da società più "serie".
Invece... Invece uno sta lì. Lo prende regolarmente in quel posto e sta lì perché prende delle briciole ma sono le briciole che fanno la differenza tra il poter mangiare un mese o il morire di fame.
Dietro a lui c'è un esercito di persone che non hanno nemmeno quello e fanno la fila per essere almeno sfruttate.
Poi si sente per radio, come stamattina su radio 24, un politico che dice che non c'è una soluzione al fatto che i ricchi siano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri... Che non riesce a trovarla. Ti capita di pensare, per esempio, che quel politico non troverebbe il suo uccello frugando nelle sue mutande... Perché se non vedi l'evidenza o sei stupido o ci fai.
Poi ti capita di imbatterti nella pubblicità di una delle società finali che reclamizza il suo comportamento etico... Basato sulla manodopera di intermediari che etici non sono.
Così... uno inizia a pensare che, in fondo, potrebbero evitare almeno di stampare i fogli delle carte etiche aziendali e farle direttamente di carta velina. Così come sono, "grattano".

lunedì 29 ottobre 2007

Inizio presto, finisco presto e, di solito, non pulisco il water...

Il mio primo approccio con i computer è stato nel 1982.
Avevo 8 anni e mi avevano regalato un computer: un bellissimo Vic 20.
Non era proprio come un computer di quelli attuali. Oggi lo definiremmo un ibrido tra una consolle e un PC. Ovviamente, ho provato subito a giocarci... Finendo per concludere 2 cose:
1) E' troppo potente (:D) per giocarci e basta.
2) Nei giochi sono una sega.
Da queste 2 considerazioni è nato tutto un casino... Una passione mai sopita che mi ha portato a imparare a programmare e, da lì, a dirigermi verso un mondo di cose: i "nuovi" PC, architetture client server, sistemi sempre più complessi, il DOS, Windows, la sicurezza, i virus, i firewall e tutto quanto... Fino alle telecomunicazioni.
Quando Internet non esisteva e, in Italia, Arpanet era qualcosa di sconosciuto, io giocavo con un vecchio modem 9200 e scambiavo messaggi con varie persone sparse per l'Italia e per il mondo. Malati, come me, che intuivano che queste tecnologie avrebbero cambiato la faccia del pianeta e speravano che fossero usate a fin di bene. Dopotutto, ancora oggi, il mio motto è "Fatti non foste per viver come bruti...". tecnologie che dovevano alleviare il lavoro. Meno lavoro per tutti.
Poi arrivò Internet... Ricordo i primi accessi in telnet con un account brutalmente rubato ad un'azienda...
Nel 1993 è nato il Web e nel '94 ero già all'opera. Questa cosa degli hypertesti è fantastica e la cosa mi è "scoppiata tra le mani". Nel campo da anni, aggiornandomi anche dal punto di vista infrastrutturale, direi che un minimo di esperienza ce l'ho. Così come ho qualche competenza su questi aggeggi...
Da allora, di strada ne ho fatta parecchia e anche le responsabilità sono aumentate di conseguenza. Da piccole applicazioni scritte per sveltirmi i compiti di matematica alla gestione di reti Wan e di sistemi applicativi ce ne passa... E ci sono passato.
Purtroppo, il motto "Meno lavoro per tutti" è diventato "Tantissimo lavoro per pochi" e si sta trasformanto in "Una svalangata di lavoro per nessuno"...
Ma senza colpe da parte della tecnologia: le tecnologie si inventano, si modificano, si migliorano. Gli uomini sono difettati e possono solo peggiorare.
E' per questo motivo che, oggi, avrei da sistemare il firewall aziendale, da dare un'occhiata a Exchange che, ogni tanto, svariona, che dovrei consegnare una parte di un applicativo per un cliente e, invece, son qui ad aspettare che Windows finisca il suo aggiornamento.
perchè il presidente della società vuole Windows Vista Ultimate sul suo bellissimo notebook nuovo di zecca... E glielo devo aggiornare. per oggi, questa è la massima priorità aziendale.
Quindi, a che servono anni ed anni di esperienza?
Ovviamente a soddisfare i capricci di un "grande capo" di un'azienda "tecnologica".
Poi mi chiedono: "Ma perché hai dato le dimissioni?"... Mavaff...

L'angolo del piegato...

Mi fa una certa rabbia sentire TG e Radio, leggere giornali e siti Web, sentire questi grandi uomini che decidono del futuro delle masse restando chiusi nel loro rifugi dorati.
Qui c'è un intero popolo diviso in due, dove si scontrano gli anziani lavoratori iper tutelati e i "giovani" precari. Giovani si fa per dire, visto che questi "ragazzi" di 30 anni non sono ragazzi. Sono uomini e donne che vorrebbero avere una famiglia, una casa loro, un futuro, una vita. Che vorrebbero sperare di avere una pensione.
Invece si scontrano con i privilegi e le tutele della classe di anziani: pensione garantita, ferie pagate, malattia pagata, licenziamenti impossibili, tutele di svariato genere...
Nessun imprenditore sano di mente (me compreso) assumerebbe mai uno da tutelare in quel modo se esistessero contratti di tipo diverso. Che esistono e che vengono usati fino in fondo. Che non prevedono alcuna tutela, passando dal massimo a zero e creando generazioni di sfruttati. Schiavi moderni che vengono usati e gettati da aziende i cui dirigenti sono privi di scrupoli sociali (come nella maggior parte delle aziende). Il primo scopo di un'azienda, dopotutto, è il lucro. Quindi sono i soldi. Non è il guadagno (che può essere anche un guadagno sociale, ambientale, di immagine). è il lucro. Il 99% delle aziende italiane, quindi, è potenzialmente un'azienda stronza.

C'è i0n atto una guerra tra poveri che vede contrapposti questi due schieramente, a contendersi una coperta troppo corta, cortissima.
In questa battaglia per la conquista di diritti e di un futuro ci sono gli imprenditori che, spesso, ci guadagnano senza offrire nulla.
Non è un caso che i prezzi continuano ad alzarsi mentre gli stipendi sono sostanzialmente gli stessi.
Questo sistema è destinato ad arrivare a un punto di rottura in qualche anno: è una legge storica che si è presentata più volte (degli egizi in poi) ma che i nostri politici non capiscono. Si vede che non hanno studiato abbastanza a scuola.

giovedì 25 ottobre 2007

Preludio allo SPAM...

Ricevo una mail di Vodafone, intitolata "Il cambiamento è nell'aria..."
Inclusi i puntini di sospensione.
La prima idea che mi viene in mente è "Chi ha scoreggiato?". Poi vedo il mittente e leggo che è Vodafone. Sarà la pubblicità di un servizio di pernacchie per telefono.
Guardo la mail... pensando, a questo punto, che il cambiamento riguardi i miei rapporti con loro.
Si, perché da più di 1 anno ho chiesto di addebitare la bolletta sul mio conto corrente bancario.
Sono stato 4 volte in banca, ho chiamato non so quante volte il 190... Non si riesce a far pagare automaticamente la mia bolletta e, ogni 2 mesi, mi tocca prendermi mezza giornata di ferie per andare in posta.
Non è servito a nulla persino pagare volontariamente in ritardo... Ormai si limitano a mandarmi un SMS dicendomi che la bolletta è scaduta.
Così, penso "magari, finalmente, cambiano il loro fottuto sistema e posso far addebitare la bolletta."
Allora leggo: "..prossimamente Vodafone.it sarà online con un nuovo stile, per regalarti nuove emozioni...".
Uh?
Eccerto!
Io, ogni volta che apro un sito Web, se non mi dà le emozioni del Blue Tornado di gardaland o del Katoon di Mirabilandia, lo chiudo subito. Anche se su quel sito ci vado per qualche problema strettamente tecnico e non mi sogno di tornarci per perdere tempo in fregnacce o proposte commerciali insulse...
Poi continua: "Un mondo di novità, attraverso il quale Vodafone.it vuole accompagnarti, per farti prendere confidenza con il nuovo sito ed avere la certezza che tu possa sempre navigare con facilità. "
Sarà che sono un perverso del Web ma io capisco: "Siccome non riusciamo a fare un sito Web usabile e facile da capire, vorremmo che tu imparassi a usarlo perché sappiamo che sei un deficente e non sei in grado di scoprire le cose da solo".
Una bella opinione dei propri clienti. Complimenti a chi ha fatto l'analisi della user experience (posto che sappiano cos'è).

Poi mi dice: "Il nuovo Vodafone.it sarà quindi presto online, pronto per essere scoperto."
Che significa "Non è ancora pronto, siamo in ritardo, ci stanno facendo un culo che non ti immagini. però è quasi finito, ci stiamo lavorando."

Dopo recita: " Ti chiediamo di avere pazienza se, navigando in un sito così ricco di servizi e di contenuti, potrai incontrare qualche elemento da perfezionare."
In pratica significa:"Abbiamo fatto un po' di casino con la versione in produzione, sai com'è. Quindi, fino a quando non risolviamo tutto, è inutile visitarci. Quell'unica funzione che usi sul nostro sito è quella che, al 99%, dà problemi e ti incasinerà totalmente la linea."

Per finire, dulcis in fundo: "Tra qualche giorno ti invieremo una nuova e-mail per presentarti in anteprima la nuova veste grafica delle prossime newsletter."
In pratica mi annunciano che, nei prossimi giorni, mi spediranno mail da 1 Gb per farmi vedere quello che hanno partorito i loro (sottopagati) grafici.
Per finire, la ciliegina sulla torta... "Per noi questo rappresenta un impegno di trasparenza che abbiamo preso con te e che vogliamo mantenere anche in questa occasione, affinché tu possa sempre ricevere le nostre comunicazioni in totale sicurezza."
che si traduce in "continueremo a romperti le balle a morte."

Vabbè... Grazie.

Come lavorano le società di consulenza (2)

Roberto mi ha mandato il link a un video di YouTube che trovo meraviglioso:
"Lo Staggista".
meraviglioso perché tecnicamente ineccepibile...
Meraviglioso perché fa riflettere su chi sta un gradino sotto a tutti: gli stagisti.
Perché i "liberi" professionisti obbligati sono un gradino sotto l'azienda. Sono i piegati senza diritti.
Gli stagisti sono peggio.
A meno di avere tra gli stagisti il figlio del "grande capo" (come capita qui), gli stagisti sono quelli che fanno le fotocopie, che riordinano archivi polverosi, che non sono vengono sfruttati in cambio di rimborsi spese ridicoli e senza alcun diritto sull'azienda (anche loro niente ferie, malattia, ecc...), con attrezzature vetuste... Sono persino senza stipendio.
Il peggio del epggio, quindi.
Poi, certo, ci sono aziende decenti dove gli stagisti hanno un loro valore.
Peccato che, nel 90% dei casi, NON sia così.

lunedì 22 ottobre 2007

Io odio i wannabe!

Wannabe... Una persona che "vorrebbe ma non può".
Ecco: io odio i wannabe.
Gente che crede di sapere come funziona una cosa ma che, parlandoci, ti accorgi che non sa un cazzo, che è ferma a millenni fa, che non sa nulla di teoria... E sbaglia sulla pratica.
Io li odio.
Perché non accettano spiegazioni... Loro hanno "la loro".
Sul motivo dei crash, sul perché un programma non funziona, su tutto.
Pensano di sapere la risposta e sono convinti che sia giusta.
Quindi... Andatevene al diavolo. Se ne sapete più della documentazione tecnica, perché chiedete?
Tempo perso...

sabato 20 ottobre 2007

Terzo giorno da ricordare.

Venerdì 20 ottobre 1944.

Pur alleati degli italiani, a causa di un armistizio intempestivo, i comandi della 15a forza aerea danno il via a un'operazione per distruggere la forza produttiva delle fabbriche a nord di Milano, ancora sfruttate dai nazi-fascisti.
Decollano 38 B-24 per spianare gli stabilimenti dell'Isotta Fraschini, 29 B-24 per devastare gli stabilimenti Alfa Romeo e 36 B-24 con una serie di bombe indirizzate alla Breda di Sesto San Giovanni.
Ogni B-24 trasporta 10 bombe da 220 Kg l'una.

I primi due gruppi arrivano a destinazione senza particolari problemi: senza antiaerea e senza contrasti da parte della caccia tedesca (richiamata in patria perché c'erano ben altri casini di cui doveva occuparsi), fanno il loro lavoro e tornano alla base.
Naturalmente, non proprio tutte le bombe sono arrivate dove dovevano... Si chiamano "danni collaterali": civili morti perché, con un'arroganza senza pari, hanno osato attirare le bombe sulle loro case.

Si sa, però, la guerra è guerra.
Va bene... Noi italiani eravamo alleati... Ma, vuoi mettere? Ammazzare 10 o 100 fascisti e nazisti! Non importa se, per ogni fascista ammazzi anche 100 poveracci... Cioè, siamo in guerra. No?

Il terzo gruppo, invece... Beh, quella è una storia diversa perché il terzo gruppo ha un'avventura.
Decollati da Foggia alle 8 circa, uno di loro ha avuto un guasto ed è tornato subito indietro. gli altri si dividono in 2 ondate, che dovrebbero arrivare in successione a Milano, verso le 11.
Arrivano quasi alla Svizzera per entrare nella rotta corretta e ce la stanno per fare.
Solo che l'aereo leader della prima ondata, responsabile della rotta, ha un guasto al circuito di lancio. Il risultato è quello di dissodare qualche Km di campagna nei dintorni di Saronno.

E la seconda ondata?

Beh, la seconda ondata mostra come siano tecnicamente competenti gli americani, quando ce la mettono.
Arriva al punto di inizio dell'attacco e prende una rotta sbagliata di 44 gradi rispetto ai piani, con il risultato di rendersi conto dell'errore quando, ormai, era troppo tardi. Un po' come essere a Milano e prendere per Varese per andare a Bergamo.
Non essendoci in zona altri obiettivi militari, la missione venne considerata fallita... Ma cosa farsene delle bombe?
La benzina per riportarle non bastava, erano innescate (e pericolosissime) e, in questi casi e anche in epoca moderna, si sganciano su altri obiettivi militari oppure nei campi.
Con condizioni meteo perfette, affiancate da una grandissima dose di superficialità, di paura di tenere a bordo le bombe innescate, di fretta, di incuria, di voglia di farla pagare agli italiani...
Il comandante dell'ondata decise di sganciare le bombe immediatamente, sopra la città. Sopra quelle casette che si vedevano da lassù, con i viali lastricati e le stradine di un paesello del '44.
Il piccolo paesino di Gorla (oggi inglobato in Milano) si vide arrivare addosso oltre 35 tonnellate di esplosivo che colpì abitazioni, negozi, vie e la scuola.
Si, la scuola elementare.


Scuola... BOOOOM... Fine della scuola.

Con le sue maestre che correvano per mettere al riparo i bambini, con le mamme che erano andate a prenderli per portarli via, con i fratelli minori, ancora in fasce.
Ci furono 184 vittime e nessuno, ripeto NESSUNO, venne mai accusato di nulla.
Quel giorno, in tutta Milano, i morti accertati furono ben 614 mentre di molti scomparsi non se ne seppe più nulla: difficile recuperare un cadavere se gli sono scoppiati sopra 220Kg di esplosivo.
Nessun responsabile, "sono danni collaterali", nessun colpevole.
Nemmeno il capo missione. Nessuno.

Ora... permettetemi di essere diffidente quando la propaganda coscente o incoscente americana ci dice che i morti civili sono pochi, che non si potevano evitare, che loro portano la pace, la democrazia, che aiutano la gente.
Permettetemi di incazzarmi come una bestia quando un aereo americano spezza i cavi di una funivia e ammazza qualche decina di turisti.
Permettetemi di diventare un po' islamico integralista quando vedo l'arroganza di un popolo che fa porcherie senza fine e che nasconde le mani arrossendo quando, per sbaglio, la sua "immagine pubblica" ne risente.

Non a caso, l'unico commento fatto dai vertici USA su quel giorno, fu fatto solo in seguito alla "figuraccia" fatta e non per le vittime "scelte".
E, poi, via, via! A nascondere! I nostri alleati non vogliono che si ricordi questo episodio... quindi, il neonato stato italiano, fin nel '46, dimostra fin da subito la sua potenza e il suo orgoglio: inchinato agli USA allora, sempre e a chiunque altro abbia fatto la "voce grossa" da allora in poi, nei secoli dei secoli.
Solo grazie alla caparbietà dei sopravvissuti, oggi, al posto di quella scuola, c'è un monumento.
Sotto al monumento c'è un ossario.
Dentro l'ossario, i resti di quei piccoli che andavano a scuola per affrancarsi dall'ignoranza.
Che l'ignoranza ha ucciso.
Sono passati 63 anni.
Non abbiamo imparato NULLA.

- Un minuto di silenzio. -

venerdì 19 ottobre 2007

Cosa vuoi per il tuo compleanno?

Questa domanda ricorre spesso verso questo periodo dell'anno.
Compio gli anni tra qualche giorno e, ogni anno, inizia il "giro" tra i pochi che vorrebbero regalarmi qualcosa.
Quest'anno ha iniziato mia madre, 2 giorni fa. Insistendo per riuscire ad avere informaizoni su quello che vorrei.
La realtà è che ho molto più di quello che desidero.
Ho una casa, una moglie, una figlia, 10.000 elettrodomestici, una macchina stupenda, un lavoro (con i suoi pregi e i suoi difetti), ho le collezioni complete dlele cose che mi interessano, una videoteca più fornita di Blockbuster (tutti DVD originali e moltissimi da collezione o in edizione limitata), Microsoft mi ha regalato più software di quanto io possa mai imparare ad usare, ho un computer portatile favoloso, tutti gli accessori che possano mai servirmi...
Ho tutto.
Davvero.
Non mi regalate nulla.
Quello che vorrei disperatamente, nessuno me lo può regalare.
Vorrei un po' di pace.
Ma non la pace di Miss America. No. Voglio la pace per me. Voglio potermi sedere un giorno e dire "Non ho nulla da fare, non ce l'ho con nessuno, nessuno mi sta cristonando dietro, ho tempo da dedicare a me".
Ma questo è un regalo che nessuno può farmi e che la voce rompiballe che ho dentro mi impedisce di prendermi.
Quindi... NON mi regalate nulla. Occupa solo spazio e non lo userei. Non ne ho il tempo.

Quando si va alla deriva...

Il mare è una persona.
I greci e i romani lo chiamavano Nettuno, Poseidone. Era un gigante.
A volte calmo e placido, che ti accarezza i piedi, che ti accoglie in un'acqua calda e profumata.
A volte è terribile: immenso, furioso, in burrasca. Con onde altissime che ti travolgono.
E tu stai lì, cercando di condurre la tua barchetta in un porto, aspettando che tutto passi, oppure portandola al largo, in mezzo alla bufera, cercando di mantenere la rotta.
Sperando sempre di non imbatterti in qualche scoglio.

A volte, però, anche i capitani più smaliziati si stancano.
Le burrasche possono portare alla disperazione, specialmente se sono troppo grandi oppure se sono continue.
Se non riesci a trovare un porto o se non hai ben chiara la rotta.
Allora ammaini le vele, le riponi sotto coperta, ti siedi e stai lì ad ammirare quelle onde alte svariati metri più del tuo albero maestro, che combattono tra loro.

Non sai dove il mare ha deciso di portarti, non hai idea delle sue intenzioni. Il mare è un gigante che sta giocando con te e tu glielo stai lasciando fare. Sperando di non schiantarti su qualche roccia. Ti piacerebbe andare in alcuni posti e forse speri che il mare ti ci porti. Ma non lo sai.
Non reggere il timone, lo romperesti. Non mettere vele, ti ha già strappato le vecchie e le vele non sono infinite.

Sta lì, aspetta. guarda le onde e senti il profumo del mare. Della sabbia portata dal vento, delle alghe e dei pesci.
Aspetta.

Addio canone RAI

Mi ricordo di una favoletta dove c'era un cane che aveva un pezzo di carne in bocca.
Passeggiando lungo la strada, si vide riflesso in un fiume e vide un altro cane che ne aveva un altro.
Allora, si mise a cercare di prenderglielo e, mollando il suo pezzo, lo lasciò cadere in acqua e lo perse per sempre.
Alla fine non ebbe il pezzo in più e perse anche quello che aveva.
Che c'entra?
C'entra... Perché la RAI, negli utlimi anni, ha rotto un bel po' con il suo stramaledetto canone e, ora, rischia di restare senza.
Il canone venne introdotto agli albori della storia televisiva per supportare lo sviluppo della nascente tecnologia televisiva italiana. Era una tassa che aveva un certo senso: permetteva di trasmettere quando non c'erano altre forme di supporto. In più era una tassa giusta: chiunque avesse un televisore poteva scegliere se guardare scariche elettrostatiche oppure il canale RAI.
Sono passati diversi secoli da allora ma il balzello è rimasto. Giustificato da non meglio precisati "diritti" che la RAI avrebbe acquisito. Giustificato artificiosamente persino quando è palese che l'acquisizione del canone è una pratica che porta la RAI in vantaggio sui concorrenti e si può classificare come "concorrenza sleale". Artificio che risulta evidente quando si vede la RAI trasmettere cose di dubbia utilità, diseducative o paradossalmente meno "di servizio" rispetto a trasmissioni presneti sulle TV private.
Bene...
Con l'arrivo in massa del multimedia per tutti sui computer, la RAI ha annusato il business ed ha fatto valere quel paragrafo della legge istitutrice del canone che indica come soggetti del versamneto tutti quelli che hanno apparecchiature "atte o adattabili a ricevere le trasmissioni".
Quindi, oltre alle TV, anche i monitor con sintonizzatore integrato e i videoregistratori. Ma anche i computer, quasi tutti i telefonini dell'ultima generazione e via dicendo.
Così succede che, oggi, la ADUC faccian notare che gli uffici postali NON pagano il canone pur essendo belli pieni di computer di vario genere. per la precisione, le poste evadono il canone "speciale" per un totale che varia da 8 a 13 milioni di euro.
Una bella cifretta.
Vorrei far notare, però, che la stessa cosa vale anche in molti altri ambiti: le banche, gli uffici, le officine e così via... Tutti evasori. Ovuinque ci sia un PC, se non c'è già un televisore in regola, c'è un evasore.
Mi immagino una banca con 20 filiali, 1 sede centrale e 5 bancomat nei luoghi strategici (centri comemrciali, piazze) che deve pagare il canone speciale per ogni locazione: 900 euro circa per 26 luoghi fanno 23400 euro di canone all'anno. Più, a questo punto, gli arretrati.
Se la linea proseguirà in questo senso e se la legge è veramente uguale per tutti (cosa che non è affatto vera in questa Italietta dei poveri), mi aspetto che nel 2008 ci sarà un'ondata di pagamenti e una azione da parte di questi soggetti volta ad eliminare l'inutile balzello.
Si, perché se devono pagare i poveri cristi, nessuno fa nulla e i politici non si muovono. Anzi: sono contenti.
Se devono pagare quelli che i soldi li hanno... Sono certo che si troverà la scappatoia.
Quindi ci sono due strade: l'esonero dal pagamento per alcuni soggetti (soluzione tipicamente italiota che viene usata ingiustificatamente) oppure l'abolizione.
Io, ovviamente, spero ancora (illudendomi) che ci sia un minimo di coerenza nella testa dei nostri grandi capi e che la si pianti di tassare e tartassare chi non ha i soldi, facendo pagare chi li ha oppure togliendo qualche inutile tassa.

mercoledì 17 ottobre 2007

Never Say Goodbye

Ciao PuLiscer.
Io ti chiamavo così, ricordi? Anche se tu ti incazzavi.
Ti sto pensando parecchio, da qualche ora. E sto ammettendo che, un po', mi manchi.
A volte, nella vita, capitano le coincidenze più strane.
Sei lì, tutto tranquillo, a spararti una coda chilometrica verso l'ufficio e, improvvisamente, la radio ti trascina indietro di anni. Ti ringiovanisce, fa sparire quella polvere che ti si è accumulata addosso. Ti fa ricomparire gli occhiali sul naso, ti fa dimagrire 20 Kg, ti toglie moglie e figlia e ti rimette accanto a quella stronza che hai piantato dopo 6 anni di rotture di palle.
Si, perché ti capita di sentire che oggi inizia SMAU.
Dopo senti che c'è nebbia in Emilia.
Poi parte Never say goodbye di Bon Jovi.
Bene... Ecco il viaggio completato: sono qui, seduto davanti a te, anni e anni dopo.
Ma non ti rompi a tenerti quei capelli così lunghi? Visto di spalle potrei provarci con te, visto di faccia... Oh! Ma va là! :D
Senti... Ti ricordi quanto abbiamo litigato per il rispetto della policy della BBS? Lo so, potevo anche evitare di sbatterti nell'angolo per 1 settimana e lasciarti impestare un po' la mia area... Ma, si sa, i modem sono leeeenti...
E il tuo "trip" per Bon Jovi? Che due palle, ma non puoi ascoltare qualcosa di meno melenso? Insomma... Va bene tutto, ma spendere giorni per creare "il primo sito italiano di fan di Bon Jovi"... Bah! Lo sapevo che, con quella faccia lì, di musica ne capivi poco.
Però è stato anche bello vedere che, malgrado le enormi differenze e dopo aver litigato, si è creata complicità e un po' di amicizia.
Amicizia che hai avuto con tanti... La pagina che ti è stata dedicata, si è smarrita nei meandri della rete e non la trovo più. Però, quando siamo andati a trovare i tuoi, si sono commossi nel vedere quanti eravamo. E hanno insistito per offrirci la cena, anche se non volevamo. Eravamo troppi.
Ma tua madre la conosci e, per quella sera, ci ha adottato un po' tutti.
Quando te ne sei andato, improvvisamente, la notizia ha avuto dell'incredibile e sono venuto personalmente a Scandiano, il giorno dopo, a vedere dove ti avevano messo. Non ci credevo e, per mesi, sono rimasto incredulo.
Ciao Punisher. Hai un posto speciale dentro di me.

martedì 16 ottobre 2007

Vuoi una certificazione aziendale? Ci sono i saldi!

Oggi è la giornata giusta per togliersi qualche sassolino...
Avete presente le certificazioni aziendali? Quelle cose ISo 9000, 9001 e compagnia bella?
Bene, ho visto come vengono fatte in alcune aziende e raccomando a tutti di assistere a questi avvenimenti. Sono divertenti e istruttivi.
Si, perché le società che rilasciano queste certificazioni sono private e pagate dalle persone che certificano. Una storia vecchia dell'Italia di oggi ma che si ripete quotidianamente.
Insomma... Se sono pagato da uno per dire che è bravo... Vuoi che non glielo dica?
Se no, magari, questo si rivolge, poi, a qualcun altro. Oppure ritarda indefinitivamente i pagamenti...
Così accade che il tipino che deve rilasciare la certificazione arrivi in azienda e si metta a compilare un bel questionario facendo domande in giro. Domande difficili a cui, però, si rispondo solo con un "si", con un "no" oppure con un "no ma ci stiamo lavorando".
Sulla base delle risposte dovrebbe rilasciare o negare la certificazione.
Solo che, per quello detto sopra, capita spesso di sentirlo dire "Sarebbe no ma non possiamo scriverlo. Diciamo di si, dai."
fantastico.
Ho scoperto che qualsiasi risposta si dia, il questionario è da considerarsi precompilato.
Avete sistemi di backup centralizzati? Si. Avete sistemi di disaster recovery? Si. Monitorate quotidianamente il traffico di rete? Si. Mi pagate la certificazione? Si. Ve la darò di sicuro? Si...
Fantastico!

In questa città di lebbrosi, io sono quello con le piaghe più belle

Una frase tratta da "Il grande inganno" (1990) mi è venuta in mente ieri sera.
Ero lì, in Sant'Ambrogio, uscito dall'ennesima inutile chiacchierata con una delle risorse umane e mi stavo guardando un po' attorno.
Ho visto gente di tutti i tipi: dalla ragazzetta trendy mezza nuda alla vecchina piena di soldi che guardava la vetrina della "boutique" dove erano esposte salsine da 50 euro all'etto.
Ed ho visto i "piegati" che uscivano dalla società con cui avevo apepna parlato. Giovani ed adulti dallo sguardo spento, dalla curiosità assopita, dall'espressione che non vedeva più. Dalla creatività mortificata.
Così, mi mè venuta in mente quella frase.
Ho una vaga idea del perché... Ma non saprei giustificarla.
Così, ne approfitto per annotare qui questa cosa, nella speranza, un giorno, di indagare meglio.

Come lavorano le società di consulenza

Ieri sera stavo riflettendo su alcune cose e mi sono chiesto: ma queste società che prnedono i consulenti, lo sanno chi stanno prendendo?
La maggior parte delle volte, un consulente è inviato da una società in un'altra, dopo che un "commerciale" è riuscito a piazzarlo. ovviamente, per definizione, le società di consulenza hanno esperti in tutto. In quasliasi applicativo, in qualsiasi programma, in qualsiasi sistema.
Queste società "finali", che usano i consulenti, si chiedono mai da dove arrivano?
No?
Allora ve lo spiego io...
un comemrciale arriva da voi e vi chiede se avete bisogno di una mano per i vostri progetti. Oppure voi vi rivolgete a una società di consulenza perché non sapete più che pesci pigliare e siete nei casini.
Da quel momento, nella società di consulenza, parte la ricerca di persone che possono soddisfarvi.
Questa ricerca avviene in due modi. Nel mondo delle favole, la società di consulenza consulta l'archivio dei suoi dipendenti, sceglie quello più adatto e ve lo manda.
Nella realtà, la società di consulenza pubblica annunci su annunci alla ricerca della persona meno costosa e, dopo un colloquio, decide se mandarvelo o no. Nel frattempo, a voi, dice che la persona giusta è impegnata in un altro progetto, che sta terminando. Vi chiedete mai perché i consulenti giusti per voi stanno sempre terminando qualche progetto? Ecco, adesso lo sapete.
per passare il colloquio con la società basta dimostrare di avere un'infarinatura di quello che vi chiedono e potete anche inventare in toto eventuali lavori fatti in passato: per selezionarvi non usano tecnici ma gente delle risorse umane. Che quasi mai capisce qualcosa di quello che fate o che dovrete fare.
Per finire, vi prendono. Come collaboratori con partita IVA oppure, più spesso, con ritenuta d'acconto o come "associati". In soldoni significa che prendete poco, se vi ammalate sono cazzi vostri, se fate ferie non guadagnate, che i contributi pensionistici fanno ridere tanto quanto vi farà piangere la pensione, che non avrete la tredicesima e che, se si stancano di voi, vi possono mandare a casa dall'oggi al domani.
Poi vi mandano dal cliente raccomandandosi di raccontargli che voi siete parte integrante dell'azienda. Si, di quella azienda che avete visto solo una volta, durante il colloquio.
Economicamente, invece, la cosa funziona così...
A voi danno dai 100 ai 150 euro al giorno. Lordi. Con spese a carico vostro. Che significa che vi intascate 70 euro al giorno. una bella cifra. però avete sul gobbo anche tutti i rischi. Quella malattia, quella tredicesima, a volte anche la quattordicesima e quelle ferie che i dipendenti hanno di diritto. Di solito vi pagano a 30 giorni ma, spesso, vi pagano a 60 o 90. Che, giocando con le valute, possono aumentare ancora di più. Facilmente vi troverete a giugno a prendere i soldi di gennaio, con qualche evidente problema. Nel caso malaugurato in cui decideste di trovare un lavoro migliore, miracolosamente, i pagamenti successivi alle vostre "dimissioni" (non siete assunti, non potete dimettervi) saranno in ritardo o cesseranno del tutto.
Quindi sarete scoperti per 2-8 mesi.
Per l'azienda dove lavorate, invece, la faccenda è più semplice: paga l'intermediario una cifra che si aggira tra il doppio e il quintuplo di quanto prendete voi e vi considera espertissimi mandati lì per risolvere i suoi problemi. Quindi si aspetta il massimo della collaborazione e della preparazione.
Non sa nulla del fatto che prendete poco, del fatto che nessuno vi ha formato specificatamente per quel lavoro, del fatto che, magari, non state lavorando nemmeno nel vostro campo o che siate più qualificati del necessario.
Poi ci si chiede come mai l'Information technology in Italia funziona male e siamo arretrati? Se non è una domanda retorica, è fatta da un coglione. Che interesse hanno gli inetrmediari per far crescere questi consulenti? Nessuno. Li usano quando servono e poi li buttano via: non sono una "ricchezza", sono vacche da mungere. E le società "finali"? Hanno paura ad assumere persone perché, per idiozia del legislatore, assumere una persona significa più che sposarla.
Quindi... Andiamo avanti così. produciamo. Evitiamo la formazione. Sfruttiamo.
Siamo sulla buona strada per avere un ottimo futuro da indigenti del terzo mondo dell'IT e l'India ci sta già decenni avanti. Non gli USA. L'India.

lunedì 15 ottobre 2007

La ricchezza delle aziende sta nelle persone

Prendo spunto da un fatto.
Oggi, una mia collega, Nicoletta, ha dato le dimissioni e, esonerata dal periodo di preavviso, ci ha lasciato. In 5 minuti.
Secondo me è una cosa che fa riflettere. Molto.
Tempo fa lavoravo per un grosso editore, un'azienda il cui motto era "tutti servono, nessuno è indispensabile".
Bene... Quell'editore è stato una "fucina di idee" che ha dato vita alla "rivoluzione" delle riviste di informatica in Italia. Ha aperto un mondo. Dalle sue redazioni sono passati i migliori (e qualche peggiore) giornalisti specializzati. Quelli innovativi. Quelli capaci di spiegare le cose anche alla più tecnofoba delle casalinghe.
Quell'editore non c'è più: è stato assorbito da un'altra azienda.
Il suo patrimonio di "menti" è andato sparso per il mondo, in luoghi di lavoro migliori, ad inseguire idee innovative che lì non poteva più sviluppare. Tanta gente, tanti amici, spari in giro. Chi non è riuscito a trovare altri posti sta ancora lì, nella società acquirente, in una palude di difficile sbocco.
Lì ho visto come era iniziato tutto ed ho visto la fine. Dall'esterno (perché io sono quasi sempre stato un esterno).
Oggi vedo la stessa cosa che si sta ripetendo qui, dove lavoro.
Le persone che valgono se ne vanno e l'azienda risulta essere, già oggi, un contenitore vuoto. Riempito solo da collaboratori, associati, stagisti.
Mi chiedo: quanto vale un'azienda così?
Secondo me è inutile e non vale nulla. Destinata a sparire al primo soffio di vento, questa azienda regala le sue ricchezze a chissàchi.
per questo, ogni volta che leggo la frase che dà il titolo a questo post, sorrido.
Aziende che considerano le persone, i loro lavoratori, come una ricchezza, ormai, sono proprio poche.

venerdì 12 ottobre 2007

Microsoft: il paese delle fate.

Provo sempre un certo senso di... Depressione e scoraggiamento, quando rientro da qualche "evento" promosso da Microsoft.
In quel paese felice, i team sono composti da tantissime persone: c'è il grafico che fa il grafico, il coder che fa il coder, il DBA che fa il DBA, il designer che fa il designer, il project manager che fa il project manager, l'architetto che fa l'architetto.
E' meraviglioso.
E poi il software... Tutti hanno sempre l'ultima versione di sistema operativo, con tutti gli ultimi aggiornamenti e le ultime versioni degli strumenti di sviluppo.
Per finire l'hardware... perché è normale che tutti i computer siano degli HP ultimo modello, che ce ne sia uno per Exchange, uno per SQL server, un controller di dominio e così via...
E i tempi di lavoro? Ad ogni nuova versione degli strumenti di sviluppo, il lavoro fatto si butta e si rifà da capo con le nuove funzioni. Senza contare la possibilità di prendersi tutte le certificazioni possibili prima di iniziare il lavoro e di seguire seminari, appropondimenti e così via.
Così, passo qualche ora in questo mondo di fiaba e mi dimentico della dura realtà.

In realtà, anche grandi aziende hanno spesso team di sviluppo composti da una o due persone, che si occupano di design, sviluppo, architettura, database... Se non, come nel mio caso, si impegnano anche per far funzionare i server, mettere pezze, aggiornare i sistemi, manutenere il dominio, cambiare l'architettura hardware, aggiornare gli antivirus, assistere gli utenti...
Insomma: ogni tanto, sto lì, in Microsoft, e penso che mi stanno prendendo per il culo.

lunedì 8 ottobre 2007

Secondo giorno da ricordare

Oggi è il 9 ottobre 1963.

Lo so che siamo nel 2007 ma, ogni anno, per me è come essere nel '63.
Io, nel '63 non c'ero. I miei manco si conoscevano.
Ma so tante cose su quel giorno perché è importante saperle. Tutti dovrebbero saperle.

Quel giorno lì, l'Italia, ebbe immediata visione di quanto funzionasse male il suo sistema dirigenziale, politico, finanziario ed economico.
Quel giorno lì, molti decenni prima di tangentopoli, l'Italia scoprì come il suo sistema fosse corrotto fin dalle radici e la gente comune scoprì quanto poco contavano le vite rispetto ai soldi.

Il 9 ottobre 1963, un pezzo del monte Toc decise di far visita ai piedi della montagna, lanciandosi nel lago che era stato formato dalla diga del Vajont.

Alle 22:39, 270.000.000 di metri cubi di roccia, terra e fango si staccarono dalla montagna e si buttarono nel lago sottostante, dopo i ripetuti inviti che gli invasi e gli svasi della diga gli stavano facendo da 4 anni.

Il tuffo provocò due onde da 25.000.000 metri cubi di acqua, fango e sassi. Una risalì il torrente Vajont, andando a ripulire la valle. L'altra superò la diga (ancora oggi quasi intatta) andando a cadere sulla tranquilla cittadina di Longarone.
Dopo averla spazzata via, si divise a sua volta, risalendo il fiume in parte e in parte ridiscendendolo, creando un'onda di piena alta diversi metri e spazzando via qualche altra abitazione lungo il cammino.

Per anni, la zona venne dichiarata militarizzata, i sopravvissuti vennero DEPORTATI in altri luoghi e molte inchieste che seguirono cercarono di depistare le indagini attribuendo la responsabilità alla natura, alla montagna.
Dopo al danno, la beffa. Atroce beffa di uno stato prima assente e poi preoccupato che si sapessero le sue responsabilità.

Per fortuna, altri giornalisti e studiosi riuscirono a far passare la verità su quella tragedia. Ci furono processi e le responsabilità vennero attribuite correttamente. Su chi sapeva e qualcuna anche su chi non poteva non sapere... Anche se i due maggiori responsabili erano, ormai, morti da tempo a causa della vecchiaia.
Alla fine, però, a pagare per la tragedia fu solo una persona e 2000 vittime vennero "risarcite" con un paio di anni di galera.

Eppure, non abbiamo imparato ancora nulla.

2000 vittime per avere un rispetto maggiore del territorio, delle leggi, delle gerarchie.
Per evitare che aziende irresponsabili come la SADE di allora potessero prendere il controllo delle nostre vite e sacrificarci sull'altare del profitto.

Sarebbe stato un prezzo... Ragionevole.

Invece, non abbiamo imparato nulla ed è solo fortuna che non sia successo più nulla di così immediatamente catastrofico. la sfiga, però, è dietro l'angolo, anche se i nostri "trafficoni" preferiscono non considerarla mai.

E' questo l'aspetto della tragedia del Vajont che mi affascina. Che mi fa stare lì.
Il vedere l'Opera suprema dell'Ingegneria, inutile davanti all'idiozia degli uomini che l'hanno concepita e costruita.

Primo giorno da ricordare

Il mese di ottobre è particolare.
Non solo perché c'è il mio compleanno (data, per altro, che considero di infima importanza).
E' particolare perchè ci sono 3 episodi importanti da ricordare tutti potrebbero essere riassunti così: "Come possono l'umana imperizia, il mancato controllo degli organi preposti, la volontà di produrre il lucro, l'incuria per le leggi, trasformare in tragedia un qualsiasi giorno delle nostre vite".

Il primo di questi episodi è del 2001.

L'8 ottobre 2001 c'era un sacco di nebbia a Milano. All'aeroporto di Linate le operazioni procedevano come al solito: nulla di eccezionale per l'autunno di un aeroporto che ha nella presenza di nebbia uno dei suoi principali biglietti da visita.
Un po' scosso dall'attentato al WTC del mese prima, l'aeroporto di Linate faceva il suo lavoro di tutti i giorni.
Alle 8 circa, un piccolo Cessna Citation stava rullando per portarsi in posizione di decollo, schedulato subito dopo la partenza di altri aerei ben più grandi. Contemporaneamente, un McDonnel Duglas MD-87 della Scandinavian Airlines stava decollando dalla pista.
A causa della nebbia, della presenza di un radar di terra spento, delle errate segnalazioni sulla pista, di superficialità da parte del personale di terra e dei piloti, il piccolo cessna, invece che impoccare la pista di rullaggio, finì su quella principale.
Il gigante MD-87 si scontrò con il cessna disintegrandolo e concluse la sua corsa di decollo schiantandosi contro un deposito bagagli in cui stavano lavorando 8 operatori.
4 di questi sopravvissero mentre gli altri 4 non ebbero scampo: l'MD-87 era carico di benzina e l'incendio che seguì tenne impegnate per ore le squadre di emergenza.
I 4 del Cessna furono i primi ad andarsene, senza scampo. A seguire, insieme ai 4 addetti, i 110 occupanti dell'aereo.
Ironia della sorte, grazie alla perfetta organizzazione, i mezzi di soccorso impiegarono oltre 8 minuti per arrivare sul luogo del disastro maggiore mentre i resti del cessna vennero rinvenuti con un ritardo di ben 26 minuti.
Al processo, le pene sono state piuttosto miti e, grazie al famoso indultino, a scontarle sono solo 2 imputati e con una durata di pena tale (1 anno e 4 mesi uno, 3 anni e 3 mesi l'altro) che nessun giudice può negare gli arresti domiciliari.
Così, come un'altra tragedia italiana di qualche anno fa, le vittime si seppelliscono 2 volte e i responsabili non pagano mai.
Poi si possono fare varie considerazioni sulla pena di morte che le major vorrebbero per chi scarica una canzone di Eros ramazzotti da Emule. ma meglio farle in altro post.
Oggi resta l'amarezza, che si sparge, come fuoco su un deposito bagagli di Linate.

venerdì 5 ottobre 2007

Il papa e la "legge naturale"

Leggo con interesse il richiamo fatto dal Papa al rispetto a una legge universale da parte di tutti gli uomini.
Sue parole testuali: "'Nessuna legge fatta dagli uomini puo' sovvertire la norma scritta dal Creatore, senza che la societa' sia colpita nella sua base'". E continua: "'storia dimostra che le maggioranze possono sbagliare [... la legge] 'naturale' puo' tutelare i diritti fondamentali dell'uomo".
Non credo di essere completamente d'accordo sulla cosa.
La legge del creatore si esplicita tranquillamente nella vasca che ho in giardino: il pesce grande mangia i piccoli. Sul piano umano significa che io sono grosso, picchio duro ed ho ragione.
Non mi sembra granchè come legge "naturale". la selezione, d'altronde, è quello...
Quanto alla maggioranza che può sbagliare... Finalmente, caro Papa, l'hai ammesso. L'Italia è piena di cattolici e, appunto, la maggioranza può sbagliare.
Quindi... Avete tempo: fate atto di penitenza e iniziate a ragionare con le vostre teste e non con l'ammasso "cattolico".