mercoledì 27 giugno 2007

Favorevole alla tortura (e ai lavori forzati)

Non posso iscrivermi a nessuna associazione per i diritti dei detenuti.
Non posso proprio.
Perché, pur contrario alla pena di morte, sono favorevole, per alcuni reati, alla tortura. E ai lavori forzati.
Se uno è condannato in via definitiva per un reato disgustoso, se non è previsto alcun appello, se non è prevista una sua redenzione, perché non può essere usato per rimborsare la società dei soldi che le ha fatto spendere e del danno che ha fatto?

Invece di mantenere in carcere i pedofili, per esempio, io li metterei a lavorare nelle miniere di sale a cielo aperto. Senza macchinari. A mani nude, pale e picconi.
Uno dei lavori più pericolosi, frustranti e difficili che esistano. A farlo sono persone "libere" che vivono una vita di sacrifici. Perché non farlo fare a loro? A questi relitti che di umano non hanno più nulla?
Come ci godrei a vedere le loro mani (che mi immagino sode, pulite e immacolate) raggrinzire giorno per giorno e tagliarsi, sperduti in mezzo al sale?
Perché non prendere gli assassini e fargli pulire a mano le fogne? Ci sarebbe tanto bisogno. E anche per scavare le trincee di interramento di tubazioni varie a picconate, risparmiando le escavatrici e il loro esorbitante consumo di carburante, potrebbe essere un'idea.
Se è per quello... Anche nei campi sono convinto che il lavoro gratis di "bestie da soma" di un centinaio di stupratori sarebbe senz'altro equivalente a quello del miglior e costosissimo trattore.
Senza contare che si potrebbe ricavare qualche spicciolo dalla vendita di panini e bibite agli spettatori che accorrerebbero numerosi. Io per primo. E dalle scommesse... Un totip del lavoro forzato... Per vedere quale "cattivo" cede per primo.

E i mafiosi? Quelli che nel post precedente prendono soldi per dire i nomi? Anche se li dicono "a puntate" o "si sbagliano" mettendo nei guai altri che c'entrano poco o nulla?
Bene... Per quei casi e tutti quelli simili, come insegna la storia, ci sono metodi decisamente più validi degli "accordi"... La tortura dell'acqua, per esempio, è uno strumento a cui l'uomo moderno resiste difficilmente. Ma anche strumenti più "fini" in cui sono specializzati alcuni regimi potrebbero essere applicati efficacemente... Tipo la privazione del sonno. Ma anche psicofarmaci, la privazione di spazio. Non è necessario essere cruenti per avere informazioni, l'uomo moderno ha sviluppato tecniche decisamente più sottili e non fisiche.
La prigione dovrebbe essere una di queste... Ma che efficacia può avere la prigione se questi uomini di mafia possono avere la TV, le visite dai parenti, letti comodi, un potere all'interno delle prigioni che include anche qualcuno dei loro sorveglianti, un potere all'esterno che viene mantenuto tramite i parenti? Sembrerebbe quasi che un mafioso in guerra con altre "famiglie" possa farsi catturare apposta per poter passare un periodo relativamente tranquillo, in cella, a riposarsi. Oppure a preparare altre cose, certamente non buone.

Sono duro, lo so... E, forse, pazzo. Sarebbe necessario imporre limiti severi a queste pratiche e non verranno mai reintrodotte nei paesi democratici...
Dopotutto, noi mettimao in carcere gente che si droga facendo del male a se stessi. ma gli assassini, gli stupratori e i pedofili no, non li vogliamo.
Proprio i pedofili, poi... Vanno a processo, chiedono perizie mentali, ovviamente salta fuori che hanno il cervello bacato e, altrettanto ovviamente, escono di galera perché, poverini, sono tanto malati. Salvo, poi, tornare a praticare i loro passatempi. In questi casi, visto che loro stessi dicono di essere pazzi, la soluzione è semplice e non sono necessari molti gradi di giudizio. Loro stessi affermano di essere malati: o li si rinchiude tutti insieme in un bel manicomio (dove possono stare tra loro) oppure gli si tagliano gli attributi e si risolve il problema alla radice. Almeno non bisogna controllare che prendano i loro farmaci. Si può anche decidere di farli scegliere: o stai rinchiuso qui o te lo tagliamo ed esci. Fa come preferisci.

Ma questo sfogo non serve a nulla. Nessuno reintrodurrà la tortura.
Proprio per questo sono convinto che questa idea di "democrazia" in cui il furbo sguazza e l'onesto sopravvive a stento, così com'è, non funziona.
Dopotutto...
Per me la democrazia è uno dei tanti sistemi che, nel corso dei secoli, si sono succeduti nella nostra penisola.
Altri sistemi, basta pensare alla Firenze dei Medici o al periodo d'oro dell'Impero Romano, non erano democratici ma, forse, hanno espresso qualcosa di più.
Oggi, purtroppo, invece di evolvere dobbiamo vergognarci del presente rispetto a quel passato glorioso di sofferenza.
Dove si torturava e si uccideva.

Contrario alla pena di morte

Io sono contrario alla pena di morte. Con NESSUNA esclusione.
La morte è una soluzione definitiva per la società... Ma anche una soluzione definitiva per il detenuto. Non dà possibilità di appello e, in caso di ingiustizie, è irrimediabile. Per la società significa solo scaricarsi del "peso" di un detenuto.
Allo stesso tempo sono contrario al carcere a vita.
Perché dà possibilità di appello ma lascia i detenuti a "espiare" le proprie colpe in un modo totalmente improduttivo e inutile. Anzi: in un modo distruttivo per le finanze della collettività. Perché io devo far sopravvivere, con le mie tasse, qualcuno che ha commesso un reato? Perché devo dargli vitto e alloggio per il resto dei suoi giorni se lui non solo non ha fatto nulla per meritarselo ma ha anche fatto qualcosa per NON meritarselo?
In più... Se il detenuto è un "pentito" di mafia, ecco che scatta il peggio del peggio. Una nuova vita, un lavoro, una rendita vitalizia, la scorta... Soldi. Tanti soldi per chi si pente.
Pensiamoci un po'...
Se io fossi un contadino che ara il suo campo grazie al lavoro di un bue, cosa faccio se il bue si ferma? Mi arrabbio e lo bastono fino a quando non riparte. E, ogni tanto, se fa un buon lavoro, gli dò un premio.
Invece, qui che succede?
Succede che se uno è onesto e non si ferma mai, prende un sacco di bastonate.
Se uno è disonesto e si ferma, lo riempiono di premi fino a quando non riparte. Con un esonero permanente dalle bastonate.
Insomma... Questo sistema FA incazzare.
A complicare il tutto c'è l'indulto.
Dopo che abbiamo speso un mucchio di soldi e di impegno (le forze dell'ordine costano) per mettere in galera uno. Dopo che i pubblici ministeri hanno portato la barchetta del suo procedimento giudiziario fino alla galera, attraverso le tempeste dei tribunali e gli scogli dei cavilli e degli appelli... Dopo che, finalmente, possiamo stare sicuri che almeno una parte dei cattivi è fuorigioco. Eccolo là... L'indulto.
Non c'è posto in carcere, quindi vi mettiamo fuori, fate i bravi.
Invece di fare nuiove carceri, si lasciano liberi i delinquenti, i violenti, le persone dannose per la società. Già ne vanno in carcere pochi.
Ottimo... Stiamo proprio bene, qui. Gli onesti, al solito, se lo prendono in quel posto e amen. Tanto, sono abituati.
Però, mai che uno venga qui a dirmi che il fisco ha già fatto il pieno e non ha spazio dove mettere le mie tasse.

lunedì 25 giugno 2007

Voglio comprare la Wii e Manhunt 2!

La censura è una cosa che considero normale.
Qualsiasi stato, qualsiasi ente, qualsiasi azienda e qualsiasi persona tendono sempre, anche se di stampo "libero" a bloccare in tutti i modi le idee che ritengono contrarie alle loro. Che sia un'azione cosciente o incosciente, questo atteggiamento, per me, è normale.
Prendiamo, per esempio, gli USA, che si considerano "patria delle libertà". Provate a girare con una bandiera rossa con la falce e il martello, poi ne riparliamo.
Così, pur contrario a ogni tipo di censura, mi trovo a volte a "comprenderli".
Quello che mi fa veramente incazzare, però, non è la censura delle idee ma quella delle libertà.
Negli ultimi giorni si fa un gran parlare di Manhunt 2.
Non è altro che un videogioco in stile horror psicologico che cerca di seguire le tracce (e il successo) di vari film circolati negli ultimi anni: da the Ring a Saw, L'Enigmista. Da quello che ho visto e sentito assomiglia più a un'opera d'arte orrorifica che a un videogame alla Doom.
Eppure... Eppure è al centro del mirino delle censure mondiali.
In alcuni stati è vietato ai minori. Su questo sono d'accordissimo: non mi piacerebbe che ci giocasse mia figlia, anche se un paio di ore davanti alla TV, probabilmente, le mostrerebbero scene ben più reali e ben peggiori.
In altri stati, tra cui l'Italia, sembra che il videogame verrà vietato a tutti.
Un'idiozia.
Primo perché, sicuramente, questo favorirà il mercato delle importazioni illegali.
Secondo perché è solo uno tra i tanti: nessuno ha proibito di commercializzare Half Life (e alcuni livelli orrorifici di HL2), nessuno ha mai detto molto sui vari Doom (tranne che per una tragedia negli USA, per altro accaduta molto dopo la sua commercializzazione), nessuno dice nulla dei tanti film e telefilm in cui ci sono sparatorie e morti, anche crudeli.
Allo stesso tempo, andrebbero proibiti anche i film dove si spara e si rispara ma non muore mai nessuno: danno l'idea che se sparo a uno, questo non muore. E via anche quelli dove si gira armati, dove ci si picchia... Quindi, addio a Rocky, a Rambo, a CSI, ai Flinstones, a Gatto Silvestro, alla Bella Addormentata nel Bosco (dagli avvelenamenti si guarisce a colpi di bacio), alle opere d'arte (addio Pasolini, addio Cristi in croce). Diciamo addio anche alla cronaca: le foto possono impresisonare moltissimo. Quindi, niente più macchie di sangue sulle strade, niente più auto distrutte, rottami di aerei, niente.
Addio.
Il discorso diventerebbe MOLTO lungo.
C'è, però, una cosa che mi fa incazzare come una iena.
Come si permette il "ministro delle Comunicazioni", Paolo Gentiloni, di decidere che quel gioco non è adatto a me? Chi cazzo è questo qui? E' mio padre? E' mia madre? No. E, anche se fosse, potrebbe, al limite, sconsigliarmelo. Ma NON può proibirmelo. Se voglio vedermi "Salò, le 120 giornate di Sodoma" di Pasolini, me lo guardo e non deve rompermi i coglioni. E dubito forte che questo "giochino" possa essere più crudele di quel film.
Però, questi politicetti da 4 soldi, pensano che la popolazione italiana sia composta da deficenti e danno retta a quegli illiberali rompicoglioni del comitato pro-famiglia, comitato pro-religione, associazione bambini puri, ecc, ecc... Che vogliono fare notizia e far riconoscere la loro esistenza rompendo i coglioni agli altri. Senza pensare che ognuno è dotato di un proprio cervello, autonomo. E che ogni adulto (persona con 18 anni di età compiuti e non interdetta), può decidere quello che più gli conviene.
Quel gioco non è adatto a tutti? Bene... Sono SECOLi che rompete le palle con la censura. Mettetegli un visto che lo vieta ai minori e BASTA.
Invece no... Lo proibite. Affermando che io, uomo di 33 anni che ne ha viste di tutti i colori, sono troppo impressionabile per giocarci.
Forse avete ragione: sono impressionato dalla vostra stupidità, dalla vostra mancanza di rispetto, dalle vostre offese alla mia intelligenza, dal vostro sentirvi "papà" quando non riuscite nemmeno ad essere "conoscenti", dalla vostra saccenza e dalla vostra pretesa di poter decidere ciò che è bene e ciò che è male.
In tutto questo, credo che riceverete ben presto regalie, auguri e complimenti dalla Take Two. Sono i produttori del gioco in questione... Che sarebbe passato quasi inosservato se non fosse stato per voi.
Invece, ora, è forse uno dei giochi più conosciuti al mondo e non è stato necessario spendere 1 singolo euro di pubblicità.
E io... Beh, io, vi dirò, voglio proprio giocarci. Sono disposto a comprarmi la Wii appositamente per provarlo.

venerdì 22 giugno 2007

Il sindacato dei fannulloni

"Se il sindacato non tiene conto dei problemi veri di competitività delle imprese che interessano anche i lavoratori, rischia di diventare il sindacato della pubblica amministrazione, dei pensionati e di qualche fannullone"

Questa frase è stata detta ieri da Luca Cordero di Montezemolo, presidente di Confindustria, in occasione della riunione degli imprenditori di Reggio Emilia.
Difficilmente sono d'accordo con le idee che circolano in Confindustria. La paura del mercato tipica dei grandi imprenditori italiani è tra le cause principali della situazione dell'Italia di oggi.
Però... Questa frase qui riassume in pieno quella che è anche la mia idea dei sindacati italiani di oggi.
Il sindacato nasce come libera associazione di lavoratori che fanno un "fronte comune" contro gli imprenditori per ottenere più diritti, più soldi e più libertà.
A partire dall'800, grazie ai sindacati è stato possibile ottenere stipendi più alti, riduzioni dell'orario di lavoro, miglioramenti significativi della qualità della vita dei lavoratori e mille altre cose che hanno trasformato la popolazione, cambiando la vita di semi-schiavitù in una vita libera.
Sulla carta.
Perché dagli anni '80 in poi, la quantità di tutele in atto ha equiparato l'assumere una persona allo sposarla. Con possibilità di divorziare in modo costosissimo. Per riuscire a cacciar eun lavoratore assunto, un'azienda deve veramente fare cose assurde e, comunque, prepararsi per la causa legale che ne seguirà.
In più, la disponibilità di lavoratori e apportuni "spifferi" nelle leggi, hanno permesso alle aziende di supplire ai loro bisogni di lavoratori con contratti NON tutelati dai sindacati.
Così, si sono create due macro categorie di lavoratori. Da una parte quelli iper tutelati, dall'altra un esercito di precari in ogni campo, senza alcuna tutela.
Oggi, il contratto "a progetto", quello di "associazione" e mille altre forme riconducibili ai contratti "co.co.co" (collaborazione continuata e coordinata), sono la norma, specialmente per i giovani. La norma al punto tale che un giovane assunto arriva ad essere quasi sospetto, lasciando intendere che l'assunzione è avvenuta su pressione del papà, dello zio, del cugino che erano già in azienda.
Tutti questi contratti-fuffa nascono per uno scopo ben preciso: evitare le tutele del lavoratore da parte dell'azienda. Così vengono evitate anche le spese per il versamento dei contributi previdenziali, del TFR, le ferie pagate, la continuità lavorativa.
E i sindacati? Che fine fanno questi grandi strumenti della libertà dei lavoratori?
Dopotutto, oggi, gran parte dei lavoratori giovani non ha avuto opportunità di assunzione e, quindi, non fa parte del sindacato.
Bene... I sindacati sono stati a guardare. Nessuno ha toccato i "diritti acquisiti" degli assunti. Nessuno ha toccato quei lavoratori che facevano parte del sindacato e sono andati in pensione.
Semplicemente, è stata creata una nuova categoria di lavoratori che non hanno la possibilità di formare un sindacato e non ha alcun potere contrattuale. Dispersi e spezzati, in lotta tra loro.
Ai sindacati, questi, non interessano. Non li tutela e non gli importa.
Sanno benissimo che per tutelare quei lavoratori-fantasma, dovrebbero rinunciare a una parte di tutele per gli altri lavoratori e per i pensionati (magari iscritti da anni e con ruoli di potere). Sanno benissimo che, in alcune aziende, gli assunti sono "al traino" dei precari. Che questi precari non fanno vacanze perché in vacanza non sono pagati. Che vanno avanti anche se ammalati perché un giorno di malattia è un giorno di stipendio in meno. Che non fanno figli perché una gravidanza corrisponde a molti stipendi in meno. E che, dal punto di vista aziendale, sono veramente il massimo: lavori, ti pago. Non lavori (per qualsiasi motivo), non ti pago e prendo un altro.
Certo, molte aziende, così, si fondano sulla fuffa e non hanno alcuna ricchezza interna. Ma l'offerta di lavoratori è talmente alta che chiunque può essere rimpiazzato in breve tempo, anche se occupa un posto chiave.
Alla fine... Alla fine, i sindacati tutelano le persone che ne fanno parte. E solo quelle, giustamente. Quindi chi tutelano? Per prima cosa i pensionati, ex lavoratori che continuano a versargli i contributi associativi. Non è un caso che diversi studi confermino che l'età MEDIA dei lavoratori iscritti ai sindacati supera i 44 anni, confermandosi come la più alta d'Europa. La media europea è di 40 anni, quella di alcuni paesi, come l'Irlanda, arriva a 35.
E poi chi tutelano?
Certamente tutelano gli assunti, quelli per cui ha un senso iscriversi a un sindacato. Quindi, tutti quelli che sono bravi e volenterosi lavoratori ma anche quelli che sono fancazzisti, impreparati, inadeguati. Perché, tra i precari, queste ultime 3 categorie NON ci sono. Se qualcuno così si mette a fare il precario, viene sostituito in 2 giorni e non trova più lavoro.
Quindi... Benvenuti, cari sindacati, nel mondo reale.
Finalmente c'è stato uno "di potere" che vi ha detto in faccia quello che meritate.
Ciò non toglie che penso che gran parte degli attuali imprenditori italiani abbiano lo spirito di avventura e il coraggio di un coniglio, che vogliano solo sfruttare senza produrre ricchezza, che si siano trovati la pappa pronta dai loro genitori e si limitino a distruggere quello che hanno... Ma su questa cosa dei sindacati, Montezemolo non poteva dire di meglio.
Resta aperta una questione... Cari sindacati, tra 10 anni, quando quasi tutti i vostri iscritti saranno pensionati e quasi tutti i lavoratori saranno precari, da dove tirerete fuori i soldi delle quote associative?

giovedì 21 giugno 2007

Vi prego: aiutiamo i Valdesi!

Non sono religioso. Non credo in Dio. In nessun Dio. Fino a qualche anno fa, mi sarebbe stato impossibile lavorare. 2 secoli fa, sarei stato ucciso per questo. In molti stati, sarei ucciso anche oggi.
Però chiedo a chiunque capiti da queste parti di aiutare i Valdesi. Di inviare alla Chiesa Evangelica Valdese il contributo dell'8 per mille.
I Valdesi possono ricevere questo contributo dal 1993 e il loro sinodo ha deciso fin da allora che i soldi ricevuti non dovessero essere usati per scopi di culto (mantenere preti, seminari, ecc, come viene fatto dalla Chiesa Cattolica) ma dovessero essere usati SOLO per progetti assistenziali e sociali. E che il 30% fosse esplicitamente dedicato a progetti di assistenza nei paesi più poveri, in collaborazione anche con associazioni laiche.
Ogni anno, i Valdesi pubblicano on line, sul loro sito, un resoconto dettagliato di come hanno speso i soldi raccolti.
Per essere precisi, nel 2004, sui circa 4,3 milioni di euro raccolti, 3 sono stati reinvestiti in Italia:
oltre il 30% per scopi culturali, di pace e il rispetto dei diritti umani,
circa il 25% per gli anzieni e la sanità,
il 18% per i bambini e i giovani,
il resto per l'occupazione, l'assistenza sociale, i rifugiati, i nomadi.
Gli altri 1,3 milioni di Euro sono stati usati all'estero:
il 37% per fornire assistenza e sviluppo sociale nei paesi disagiati,
circa il 23% per lo sviluppo dell'agricoltura e delle produzioni,
il 25% per giovani e bambini,
il resto per lo sviluppo dei diritti umani e la sanità.
Ogni anni, il resoconto delle loro spese è dettagliatissimo. Molto più di qualsiasi bilancio della più onesta delle aziende.

Contrariamente a quanto viene fatto dalla Chiesa Cattolica che spende soldi in pubblicità facendo leva sul bisogno di assistere i poveri e poi usa la stragrande maggioranza dei soldi raccolti per mantenere la sua struttura, i suoi vescovi, i suoi preti.
Basti pensare che dei 1021 milioni di euro raccolti dalla Chiesa (altro che legge finanziaria!), il 31% è stato usato per pagare gli stipendi dei sacerdoti, il 15% per motivi di culto nelle diocesi, il 13% per la costruzione di nuove chiese, il 7% in investimenti in immobili antichi (!!), il 5% per far funzionare la pastorale nazionale, il 6% nella catechesi nazionale e l'1% nei tribunali ecclesiastici.
In totale, il 78% della cifra, quasi 800 MILIONI di euro, non sono stati spesi per aiutare nessun altro al di fuori della chiesa stessa. Alla faccia della pubblicità che pagano (ovviamente con i soldi raccolti) che ci mostra tutt'altro. Ci prendono per il culo!
Su un 100% di spot che ci fanno vedere che la piccola XYZ studia grazie ai soldi che versiamo noi, loro dedicano solo un misero 22% dei soldi all'aiuto. E questo aiuto, ovviamente, è soggetto all'inserimento nella loro gerarchia. L'aiuto incondizionato, infatti, è lasciato alla sensibilità dei singoli preti e suore.
E il loro bilancio? Ovviamente NON è pubblico. Viene pubblicato un resoconto riassuntivo delle spese, con indicazioni sulla distribuzione dei fondi tra esigenze di culto, sostentamento del clero e interventi caritativi, dando indicazioni di massima sugli ENTI che hanno beneficiato dei fondi. Senza, però, degnarsi di elencare il numero di progetti finanziati e quanto sono costati. Un rapporto pieno di parole e frasi fatte, dove mancano i numeri. Cosa che i Valdesi hanno in abbondanza.
Poi ci chiedono soldi... Per gli altri.
Bugiardi!
Siete i primi a non rispettare i vostri comandamenti!

Io darò il mio 8 per mille ai Valdesi.
Perché di gente così non posso non fidarmi.
Per favore, aiutateli anche voi.

Una storia vera (di giornalismo applicato)

Vorrei mettere nero su bianco una cosa che fa capire quanto i giornalisti siano indipendenti oggi, in Italia.
Siamo a giugno del 2004. In quei tempi, stavo collaborando (moltissimo) con la redazione di una nota rivista di informatica. Il direttore mi chiama, un giorno, e mi dice: "Carissimo, bla bla bla, sei stato bravo, bla bla bla, vai a questa conferenza stampa, il giorno tal dei tali, a Gardone Riviera. Dura due giorni e puoi portare chi vuoi..."
Bene... Accetto. E vado con quella che, poi, sarebbe diventata mia moglie.
Sono stati 2 giorni molto divertenti... Un rinfresco di benvenuto, una cena in un hotel lussuoso su una terrazza sopra il lago, una notte in hotel di lusso, una mattina a seguire con i motoscafi una regata, elicottero a disposizione per vedere la regata e il lago dall'alto, un pranzo di lusso in una location dall'altra parte del lago, il ritorno con i motoscafi alla base e una conferenza stampa di 1 ora su quello che, effettivamente, dovevo recensire.
Il tutto condito da gadget di vario tipo: una macchina fotografica digitale, 100 euro (mi sembra) di sconto per stampare le proprie foto online, borse e altro ancora.
Veniva presentato un servizio di stampa online di foto, ancora esistente, che, allora, era di qualità scadente. Il sito era penoso, il servizio offerto scarso e non all'altezza di quello offerto da altri servizi già presenti sul mercato. Nulla di innovativo, ne per qualità, ne per costi, ne per servizi.
Presenti, tutti i giornalisti rappresentanti delle testate di un certo livello: da Donna Moderna al Corriere, da Sky alle vasta serie di riviste di informatica.
Al ritorno ho portato in redazione il materiale e ho detto quello che ne pensavo.
Non ho scritto 1 sola singola riga. Dalla rivista che mi ci ha mandato è usacita una news di poche righe e basta. Malgrado il loro addetto stampa mi telefonasse metodicamente facendo pressione e lasciando intendere che ci sarebbero stati altri eventi (dopo la regata, la Formula 1) ma solo per quelli "speciali". Ovviamente per quelli che gli avessero dedicato un certo spazio.
Altre riviste, altri giornali, hanno dedicato a quel servizio scadente (penso che lo sia tutt'ora) da mezza pagina a diverse pagine. Arrivando ad affermare che si trattava di una novità, alla portata di tutti, ottima ed economica.
Certo, cose simili non capitano raramente. (Vi aspettavate "spesso"? Sbagliato. Succede MOLTO SPESSO).
Quante volte ho visto dedicare pagine e pagine a stronzate inutili solo perché l'azienda che le produce fa anche pubblicità sulla rivista? Quante volte ho visto recensire cose orride con pareri entusiasti perché piovevano regali sulla redazione? So di riviste in cui i "voti" vengono dati a seconda di quanto viene investito in pubblicità, a seconda dei rapporti tra il giornalista e il produttore... Altre in cui è impossibile avere insufficienze per evitare di guastare i rapporti con i produttori (perché, magari, decideranno di fare pubblicità da noi), così come non si arriva mai all'ottimo (per evitare di scontentare i concorrenti). Riviste in cui si "consigliano" i prodotti a patto che sui prodotti compaia il logo della rivista...
E, poi, i baratti... Se mando una tastiera da provare, poi gliela regalo. Così come è normale mandare un comunicato stampa da 50 Kb su una chiave USB da 1 Gb. E poi? Vuoi fare il morto di fame e chiederla indietro? Ma dai, sii serio...
Allora? Allora dico che se i giornali trattano le "cose serie" come ho potuto vedere io per recensioni e consigli... L'uso migliore che ne possiamo fare è quello di accenderci il camino.
Avevo un professore che, una volta, mi ha detto: "Non leggere le tue idee. Sii cosciente e critico."
Invito i miei lettori a farlo. Anche con quello che scrivo io, ovviamente.

Situazione preoccupante nel paese (Parte II)

Più ci penso e più mi incazzo.
Mi chiedo... Ma che vuol dire "Situazione preoccupante nel paese"?
Questi ci fregano veramente il significato delle parole.
"Preoccupante"
Allora... Guardiamo un dizionario. Ce n'è uno online, il De Mauro, qui.

Preoccupante= Che desta preoccupazione.

Preoccupazione, invece, significa 3 cose:
1) stato d’animo di ansia, di inquietudine, di incertezza e sim.; pensiero o motivo di apprensione
2) prolessi (Se non sapete cos'è, guardatevi il vocabolario)
3) occupazione fatta prima di altri e, per estensione, opinione o giudizio che non si basa su validi elementi o su esperienza diretta, preconcetto.

Io spero che intendesse i casi 2 o 3... Se si parla di occupare, tra loro dovrebbero essere specialisti.
Se intendeva il caso 1... La frase mi farebbe incazzare di più. Dall'83 (primo governo Craxi) a oggi, quante volte Berlusconi ha avuto interessi nel governo?
Vabbè, ve la dò buona... Non stiamo a guardare i legami con Craxi ed altri politici che risalgono a prima del 1994.
Anbdiamo sul basso... I governi Berlusconi sono stati solo 3: uno nel '95/'95 (quando affermava che non sarebbe mai più stato alleato con la Lega. Un esempio di coerenza) e due dal 2001 al 2006.
Cos'ha fatto in questi governi?
Una serie di inutili leggi ad personam, risolvendo ogni questione a favore proprio e dei suoi alleati. Basta pensare alla vergogna dei falsi in bilancio: depenalizzati.
Dal cilindro ha tirato fuori opere faraoniche, dispendiose e inutili come la TAV e come il fortunatamente bloccato Ponte sullo Stretto, idea che ha preso pari pari da qualche vecchio "Topolino" del figlio.
Un po' come se io arrivassi al 10 del mese senza un soldo in banca (conti pubblici in rosso) e la famiglia a carico (ammortizzatori sociali del tutto "scarichi") e decidessi di comprarmi una machcina nuova per il bene della mia famiglia. Dico... Chi non lo penserebbe?
Il signor "Gino", con la minima e 10 malattie (i cui farmaci, ovviamente, vengono passati solo in parte dallo Stato, perché costano) potrebbe prenderlo come spunto. Se funziona per lo Stato, vuoi che non funzioni con le persone? Gino... Vai! Compratela quella Porsche. E comprati pure una escort per un mesetto. Anzi... Due escort. Vedrai che, con questa ricetta usata dallo stato, le cose funzioneranno meglio per forza.

Ma... Le cose vere? Quelle reali? Nulla... Il deserto. Esattamente com'è successo sia prima che dopo, con gli altri governi.
Sacrifici per entrare in Europa, sacrifici per restarci, sacrifici per risanare i bilanci, sacrifici per avere il lavoro, sacrifici per il bene di tutti.
Intanto... Paghiamo i pedaggi autostradali malgrado la legge preveda che non si debbano più pagare da decenni, regaliamo il 50% dei nostri guadagni a uno stato che, in cambio, non ci dà NULLA, ci affidiamo al buon cuore di pochi per risolvere situazioni al limite del paradosso, gli paghiamo stipendi da FAVOLA (manco il presidente degli USA guadagna come un nostro parlamentare) in cambio di pisolini in aula (se si degnano di andarci) e litigi su questioni del tutto insignificanti o, semplicemente, stupide.

Quindi... Chiediamogli UN solo, singolo, sacrificio: almeno state zitti.
Non vi obbliga nessuno a parlare. State in silenzio. Se proprio dovete sparare CAZZATE, fatelo tra voi, nelle stanzette in cui vi chiudete in massa a farvi le seghe mentali a vicenda, persi in un gorgo di stupidità peccaminosa.
Veramente... Evitate.
E voi, cari giornalisti seri e sopra le parti (perché, ovviamente, tutti i giornalisti sono sopra le parti, per definizione), evitate anche voi.
Scrivete titoli in cui sembra che una bimba di sette anni abbia seppellito sua madre in giardino(invece era una donna che l'aveva fatto DA 7 anni), demonizzate i ROM, credete a ogni bufala che gira sulla Rete.
Fate, insomma, quello che fate normalmente.
Ma lasciate perdere i nostri carissimi onanisti pubblici.

Situazione preoccupante nel paese

Così titola, oggi, il Corriere della Sera.
E, più sotto, vienbe citato un Bossi che dice, testualmente:"Quando andiamo in giro tutti quanti ci chiedono quando si va a votare, quando li mandiamo a casa. La gente reagisce pesantemente contro il sistema italiano. Il Governo ha scatenato le ire di tutti i cittadini. E' incredibile.".
L'Umbertone Padano, forse non sa che è incredibile che qualcuno ancora dia retta alla politica.
Ma questa gente qui, lo sa chi ha attorno? Non gli viene il dubbio che quelli che li avvicinano possono solo avere le loro stesse idee?
Perché io, che me ne strafrego, non perdo mica tempo ad andare dietro a Bossi, Fini, Veltroni, Prodi e compagnia bella. Ho altro da fare. Devo lavorare, ho una casa, una famiglia, un cane...
Chi va dietro a questi chiedendo le elezioni, il governo, di mandare a casa questo o quell'altro? Ovvio: i loro sostenitori. Che, ovviamente, la pensano come loro, se no, non sarebbero più tali.
Così, quello che questi signorotti riportano nelle loro frasi fatte (stavolta è Bossi ma capita spesso a tutti, da destra a sinistra) non è altro che la loro idea passata attraverso i loro seguaci e tornata a loro. In una sorta di masturbazione sociale mentale.
Mancano le idee... Così danno aria alla bocca, tanto per dire.

martedì 19 giugno 2007

Il sud sfigatissimo

Stamattina mi è saltata all'occhio una cartina fisica e politica dell'Italia e mi sono ritrovato a pensarla in modalità Warcraft.
In pratica: se quella lì fosse stata una mappa di un gioco gestionale, come avrei distribuito le attività produttive? Ovviamente tenendo presente che si tratta dell'Italia.
Bene... Signori, non abbiamo capito un tubo.
Attualmente che succede?
C'è un nord fortissimo dal punto di vista industriale che chiede spazi, strade, meno burocrazia, sicurezza e opportunità per inseguire l'economia europea. Un treno in corsa in cui servizi, piccole industrie e persone competono, forse da un livello superiore, con i loro concorrenti tedeschi, francesi, spagnoli e americani. Una macchina della produzione fatta di centinaia di migliaia di aziende che vanno da 1 a 50-100 dipendenti che chiede solo di potersi espandere.
Poi c'è il centro Italia. Un po' di turismo, una buona dose di burocrazia, qualche azienda-gioiello e una serie di aziendine che hanno difficoltà a crescere per mancanza di servizi, per attese di fondi, per mille motivi.
Dopo c'è il sud... E qui andiamo male. Perché un'amministrazione poco previdente pensa che il sud dell'Italia, grazie a investimenti e lotta alla criminalità, possa "raggiungere" il nord.
Stupidaggini.
Il sud Italia NON può competere con il nord. Non potrà mai. La Lombardia, il Piemonte, il Veneto, l'Emilia Romagna. Guardatele sulla cartina. Incuneate in mezzo all'Europa, a un passo dai mercati svizzeri, francesi, tedeschi, austriaci e a un braccio dagli sterminati mercati dell'Est.
Guardate invece il sud: laggiù, sperduto in mezzo al Mediterraneo. A 2000 Km dalla civiltà.
O meglio: dalla "cosidetta" civiltà. Perché il Sud, in realtà, è superiore al nord. Quando al nord si incideva ancora sulle pietre, al sud c'erano i greci e si faceva la filosofia.
Il problema del nostro amato sud non è che è arretrato. Questa abusata espressione non significa assolutamente nulla. Il nostro sud è arretrato industrialmente ma ha risorse che il nord non si sogna nemmeno.
Prima fra tutte il turismo.
Una città come Milano non è nulla senza i suoi uffici, le sue fabbriche, le sue industrie. Cos'è? Uno spiazzo di cemento in mezzo alla pianura, con poche rovine che si girano a piedi in poche ore. Si va a Milano a vedere il Duomo e si resta meravigliati quei 2 minuti per una roba del '300.
Vai al sud. Vai a vedere i templi greci e romani. Vai a vedere le aree incontaminate. Vai a vedere il Vesuvio e l'Etna. Vacci a vederlo, il sud. Quella lì è la sua ricchezza.
Vuoi risollevare il sud Italia?
Perfetto... Riempilo di guide turistiche, costruisci aeroporti internazionali, semplifica i collegamenti, crea rotte di traghetti e navi, dai incentivi ad alberghi e hotel, costruisci campi da golf, maneggi, sistemi di sentieri. Costruisci parchi di divertimento. Il sud, da solo, ha la capacità tecnica, storica, culturale e gli spazi sufficienti per totalizzare, ogni anno, l'equivalente dei turisti che visitano tutto il resto d'Europa. Non è impossibile, se le istituzioni collaborano e le banche avessero veramente voglia di aiutare lo sviluppo. Non è con progetti faraonici che si risollevano le cose. Serve un micro-credito etico, altro che finanziamenti da buttare nel pozzo nero e chi s'è visto, s'è visto.
Invece?
Invece, la spazzatura a Napoli è un problema. E i ragazzi vengono lasciati a marcire tra lavoro nero e disoccupazione, facile preda della malavita. E i collegamenti sono più che precari, anche tra grandi città. Il tempo si allunga, le persone non hanno sostegni produttivi...
E, poi, scatta il razzismo, la voglia di "sganciare la zavorra", l'Italia che si spezza. Stiamo facendo un'Europa unita e, ormai, si dà per scontato che l'Italia sia divisa. Perchè alla "locomotiva" non dispiace finanziare lo sviluppo del sud. Gli dispiace che tutti i soldi spesi finora siano stati, sostanzialmente, gettati alle ortiche e usati per opere inutili.

lunedì 18 giugno 2007

A cosa servono le tette

Allora... Quando ero molto più piccolo, pensavo che le tette fossero una roba scomoda che impediva alle ragazzine di correre agilmente come fanno i maschi. Questo malgrado in classe avessi una compagna che correva decisamente più di me e aveva due robe enormi. Pensavo fosse un'eccezione.
Più grande pensavo che le tette fossero una roba bella ma proprio bella. Da guardare e da tastare. Certo, c'erano el sfortunate che ne avevano poche, altre che ne avevano troppe... Anche se, per un periodo, pensavo che non erano mai troppe. Poi pensavo che poche erano meglio... Insomma: ho avuto pareri altalenanti sul tema ma sempre con la stessa idea di fondo.
Ho persino passato periodi in cui non mi interessavano affatto.
Poi ho iniziato a intuire la verità e, negli utlimi 5 mesi e mezzo, con l'arrivo di Anahì, i miei sospetti sono diventati una realtà. Ho capito, compreso, afferrato e sono perfettamente cosciente dello scopo per cui sono state fatte le tette.
Contrariamente a quanto si dice, le tette non sono fatte per vendere telefonini, televisori, pubblicizzare automobili, abbonamenti a profili telefonici improbabili, profumi, computer, bare, scarpe, ecc. Non sono state fatte per attirare sguardi su slogan insulsi o su inutili siti Web. Non sono state fatte per far comprare abbonamenti a siti porno o a riviste fuffa.
Le tette servono per dare il latte ai bambini.
Hanno dentro delle ghiandole che, quando i bambini sono piccoli, producono il latte. Circa come quello delle vacche e delle capre, che si vende in negozio. Questo latte qui è ideale per i bambini umani e li fa crescere sani e forti. Può essere sostituito con quello in commercio come una Ferrari Dino può essere sostituita da una Panda.
E, poi, a loro piace. Quando ha fame, Anahì darebbe fuoco alla casa, con me dentro, per avere a disposizione le tette di sua mamma.
Quindi...
Ce l'avete con le mamme che allattano in pubblico? Siete coglioni, non capite un cazzo.
Non allattate perchè il vostro seno può risentirne? Siete doppiamente coglione (perché, per forza, femmine) e non capite un cazzo 2 volte.
Allattate? Siete tenerissime con i vostri bimbi in braccio. Li fate felici e cresceranno sani e forti, con meno malattie. Brave!
Non allattate perché non potete? Mi spiace molto. Davvero. Vi perdete qualcosa di fantastico.

Come se non bastasse... 1 poppata equivale ad almeno 100 grammi di plastica prodotti in meno. Con meno imballaggi, meno spese di trasporto, meno risorse consumate...
Quindi...
Siente ambientaliste e non allattate perché non volete rovinarvi le tette? Scriveteci su un bel libro. Come titolo vi suggerisco "Io e la mia lobotomia".

Seguaci del Tharsismo, venite a me!

Sono passati 10 giorni dal mio ultimo post... E ho fatto ricerche in ambito religioso.
Così... Dopo un lungo pensare, sono arrivato a una conclusione definitiva sul problema religioso.
Con questo post fondo la religione del Tharsismo.
La base è semplice: noi siamo, in realtà, macchine su cui esseri superiori agiscono collettivamente. I nostri pensieri sono il frutto degli insiemi dei comandi provenienti da diverse entità che ho deciso di chiamare Tharsi. Per questo motivo, sembriamo dotati di libertà di decidere ma, in realtà, ogni nostra decisione è frutto di una specie di "votazione" che i Tharsi fanno tra loro. Purtroppo, i Tharsi non sono tutti buoni. Ci sono Tharsi malvagi che agiscono in contrasto con gli altri e "producono" persone cattive.
[Non fate paralleli con il colesterolo buono e quello cattivo, per favore.]
Magari non totalmente cattive, visto che molti Tharsi buoni convivono con quelli cattivi.
[Ogni riferimento politico è puramente casuale]
Lo scopo che mi prefiggo con questa nuova religione è quella di fare in modo che i nostri corpi vengano governati solo da Tharsi buoni e che quelli cattivi si concentrino solo in determinate persone.
[Anche se non sembra, persino in Bush c'è qualche Tharsi buono]
Così, eliminando fisicamente le persone che vedono concentrati tutti i Tharsi malvagi, la scossa eterica che questi subiranno li ucciderà a loro volta. Così i Tharsi buoni potranno migliorare il mondo e noi con loro.
Ovviamente, chi li faciliterà, potrà guadagnarsi la loro stima e passare da un semplice involuscro quale siamo al livello dei Tharsi stessi, diventando meta-Tharsi.
[Sarà difficile diventare Tharsi completi... Sicuramente ci sono più meta-Tharsi che Tharsi al mondo]
Ho riflettuto a lungo su questo punto e credo che, alla fine, i Tharsi ci renderanno, finalmente, immortali, in un giardino di bontà e bellezza, ricolmo di esseri meravigliosi, in cui ogni desiderio verrà soddisfatto prima ancora di formularlo.
[Penso che ognuno troverà quello che si aspetta: 70 vergini, 140 suore, 4 tonnellate di panna montata, montagne di Parmigiano, una TV con tutte le soap dell'Universo, ecc...]

Conquistare questo stato, tuttavia, richiede uno sforzo enorme, sia fisico che mentale e non tutti sono degni nemmeno di provarci. Mi riservo, quindi, il diritto di scegliere i miei adepti, almeno per il primo corso. Sarà un viaggio lungo e avventuroso che forgerà i nostri corpi e soddisferà i Tharsi che ci guidano, scacciando i malvagi.
Per semplificare il più possibile il lungo viaggio ho deciso, quindi, di organizzare un corso di Tharsismo strutturato in più livelli. Credo che il salto di un livello di conoscenza potrebbe causare la morte istantanea e l'abbandono di tutti i Tharsi. Converrà, quindi, avere almeno 10 livelli di conoscenza che ho deciso di chiamare "GraFfe": Gradini della Fede. Il primo livello è quello chiamato "GF1" [in replica sulle TV regionali].
Visto lo sforzo organizzativo, tuttavia, è necessario che il corso venga finanziato dai partecipanti. Non devono essere più di 25 e, quindi, occorre sbrigarsi con le iscrizioni. Per evitare indecisi [il Tharsismo è una cosa seria] ognuno dovrà versare 3000 euro come costo di partecipazione. [Per info su come fare, mandatemi una mail].
Il raggiungimento del primo livello ci permetterà di ottenere un livello di coscienza superiore e di prepararci al passaggio al secondo livello. Materiale del corso sarà una versione storicamente ineccepibile della biografia del fondatore del Tharsismo, decine di audiocassette con al sua Voce, diverse fotografie, un libro da 50.000 parole che ha scritto nella sua carriera, un'immaginetta da tenere nel portafogli e una gigantografia da appendere nel luogo di preghiera.
Concludo questo post, lungo ma incompleto, con una semplice preghiera:
Nostri sommi Tharsi,
comandanti delle nostre azioni,
generali della nostra mente,
guide nella lunga notte,
aiutateci ad aiutarvi,
a liberarci dai malvagi,
e a farli bruciare nelle novae stellari.

lunedì 11 giugno 2007

A cosa serve un SUV?

Ebbene si, se ancora non lo si fosse capito, io ho un'auto che viene definita, in gergo, SUV.
Per essere precisi ha un motore diesel da 2 litri e mezzo, pesa 2 tonnellate, arriva a 180 Km/h, ha le marce ridotte, cerchi in lega da 17", cambio automatico e trazione 4X4 permanente TOD.
In pratica ha 2 ruote motrici e, automaticamente, innesta le altre 2 quando servono.
Io inquino tanto.
A detta degli ambientalisti, quando passo io non cresce più l'erba.
Però... Non è proprio così, visto che le sue emissioni sono di 228 grammi di CO2 al Km e rispondono alle normative Euro 4.

Lasciamo perdere i camion e i TIR perché sarebbe come sparare sulla croce rossa. Gli ambientalisti fanno tante storie sui SUV ma trascurano di dire che i camion non sono soggetti alla normativa anti inquinamento delle auto, consumano di più, inquinano MOLTO più di qualsiasi SUV e il trasporto su gomma non ha alternative, visto le politiche idiote di finto ambientalismo.

Se si guardano le classifiche delle emissioni MEDIE delle principali case automobilistiche, si possono avere sorprese. Per esempio, la Opel ha emissioni da 156 g/km. Di media, però. Ciò significa che avrà auto che producono 100 g/km e altre che ne producono 300 g/km.
Se, poi, si va a guardare i dettagli, si scopre che le medie di Mercedes e BMW si avvicinano moltissimo alle emissioni della mia auto mentre la Porsche le supera abbondantemente.
Perché? Molto semplicemente perché sono marche che producono macchine che:
1 - sono piene di optional.
2 - vanno veloci.
La conseguenza di entrambi i punti è l'aumento di consumo e, quindi, l'aumento di emissioni.
La mia stessa uato (identica) senza cambio automatico, ha emissioni di 208 g/km. L'accessorio "cambio automatico" (non ci rinuncerò MAI) mi "costa" 20 g/km in più.
Prendiamo una piccola Panda e diciamo che inquina 50. Aggiungiamogli i vetri elettrici, il servosterzo, il climatizzatore, sedili più comodi (e pesanti)... Inquinerà ben un 60, no? Ecco spiegato l'inghippo.

Tornando al tema iniziale... A cosa server un SUV?
Bene, a me serve per alcuni motivi particolari:
1 - è una macchina sicura (ESP di serie, telaio in acciaio, ottima visibilità, airbag dovunque...)
2 - è una macchina comoda (la mia auto è tutta automatica, si viaggia in poltrona e si sta bene persino nelle chilometriche code da/per Milano)
3 - non si ferma per un temporale (alla faccia delle condizioni stradali presenti in Brianza)
4 - è spaziosa (condizione essenziale per chi ha una moglie, una figlia, un cane e non vuole essere scambiato per un profugo albanese a ogni viaggio).
Sul punto 1 c'è poco da dire... è vero che ho in mano un'arma ma è anche vero che gli incidenti che ho avuto sono stati causati da gente che mi è venuta addosso. Vorrei che il prossimo a venirmi addosso si facesse un po' male pure lui. Che devo dire? Sono uno stronzo.
Sul punto 2, anche qui, c'è poco da dire. Abito in Brianza, lavoro oltre San Siro a Milano, mi sparo Km e Km di coda ogni giorno. La sensazione di arrivare in ufficio tranquilli è indescrivibile.
Sul punto 4 mi si può obiettare che una station wagon è più spaziosa. Sicuramente. Ma è anche più lunga, ingombrante e non ha le capacità di carico e traino tipiche di un SUV. Tipo quella di carico massimo. Senza alcun problema posso mettere nel bagagliaio 2 tonnellate di roba mentre ne traino 3. 2 tonnellate... Non 2 quintali. 20 quintali.
Per finire il trascurato punto 3... Quello è il motivo di questo post. Perché domenica sera stavo tornando da Bergamo e sono transitato sul ponte di Brivio durante un temporale. Non si capiva se era un ponte o un guado, visto che l'acqua tracimava dai lati del ponte. Lasciamo perdere le pozze da 20 cm in strada... Per 4 volte in due mesi, se non avessi avuto una macchina così, non so quando sarei arrivato a casa. Perché bastano 5 minuti di pioggia battente e le strade di Milano diventano piscine e le rampe autostradali sono dei fiumi. Con auto "normali" che si fermano e noi, SUVisti, che passiamo tranquilli e sereni verso casa: malgrado la strada, sembra di guidare sui binari.
Quando ci saranno strade lisce, quando le fogne non scoppieranno alla prima pisciatina e quando sarà assicurato un servizio spalaneve invernale che non lasci bloccati interi quartieri, allora rivenderò la mia auto. Fino ad allora, fate quello che vi pare ma, io, 150 Km al giorno sulla Smart con passeggino a rimorchio e la paura che piova non ho intenzione di farli.

venerdì 8 giugno 2007

Duglas Adams nell'indice...

Sono entrato in possesso di un file di excel con l'Indice dei libri redatto dall'Opus Dei (unica prelatura personale del Papa, diffusa in tutto il mondo, circa 85.000 fedeli, ricchissima e potentissima), aggiornato al 2003.
Per chi non lo sapesse, l'Indice, fino a qualche decennio fa, aveva un'importanza eccezionale. I libri messi all'Indice erano quelli proibiti: la loro diffusione era ostacolata dalle autorità religiose, la loro stampa e lettura portava alla scomunica. Per intenderci, erano quei libri che, occasionalmente, erano bruciati nelle piazze perché le loro parole portavano alla perdizione e rappresentavano una via di contaminazione del Maligno. Avere il proprio libro inserito nell'Indice faceva rischiare il carcere o la morte e di sicuro mandava in fallimento sia l'autore che l'editore.
Beh... Questo Indice esiste ancora, è mantenuto dall'Opus Dei e il suo rispetto è obbligatorio per tutti i membri di questa prelatura. Qualsiasi bravo cristiano dovrebbe consultarlo prima di leggere qualcosa. Nell'indice vengono inclusi tutti i libri su cui l'Opus Dei riesce a mettere le mani e ad ognuno viene attribuito un punteggio da 1 a 6. I libri classificati "1" sono quelli adatti a tutti. I libri classificati "6" sono totalmente proibiti e andrebbero letti solo su esplicito permesso del prelato generale dell'Opus Dei.
Bene, nell'Indice ho trovato, naturalmente con un bel 6 su tutti i suoi libri, uno dei miei autori preferiti: Donatien Alphonse Francois De Sade, il divin marchese. Era scontato... Da uno a 6, io gli avrei messo un bel 7. Senza contare che alcuni suoi libri sono per stomaci decisamente forti, anche se raggiungono (secondo me) incredibili punte di eccellenza letteraria ed estetica.
Una sorpresa, invece, è stato il trovare nell'indice anche Douglas Adams e la sua Guida Galattica per Autostoppisti, segnalato con un 3. Risulta un libro che può essere letto dopo una formazione e per cui è necessario chiedere il permesso al proprio asistente spirituale. Evidentemente hanno paura che uno possa veramente avere grossi dubbi sulla fede, pensando che questo nostro pianetucolo sia un computer costruito per fare LA domanda.
In ogni caso, la risposta è 42, quindi non c'è da preoccuparsi.
Una vera, enorme, sorpresa, è stata, tuttavia, il trovarci anche il buon Isaac Asimov. Non che lui sia stato particolarmente religioso, anzi. In alcuni passi dei suoi libri sulle Fondazioni ha preso ben bene in giro la Chiesa Cattolica e la sua sete di potere. Tra l'altro è presente con un libro abbastanza innocuo e di carattere scientifico. La sua Cronologia, che riporta semplici fatti, dal big bang alla II guerra mondiale, è all'Indice con un bel 5. Praticamente, la sua lettura è proibita e, prima di leggerlo, bisogna chiedere permesso alla delegazione dell'Opus Dei. Quasi come per Sade.
Non che l'indice sia privo di altre cose apparentemente ridicole...
Un corso di geografia in 5 volumi è segnalato con un 6. Come dire: leggere le sevizie della Justine di Sade è come sapere a memoria i nomi dei fiumi italiani. Allo stesso modo sono considerati il libro "I grandi imprenditori italiani" (economia), un "Dizionario di base di comunicazione" (sociologia), moltissimi libri di biologia... Tutti i libri di Stephen King vanno da un punteggio di 3 a 6, circa lo stesso trattamento che è riservato a Pablo Neruda e a Pasolini.
In compenso (per fortuna) possono intrattenersi con Don Camillo: Guareschi ha punteggi di 1 e 2.
Almeno, un po' di cultura è salva.
In sostanza, facendo una cernita approfondita, questa gente qui non può non essere ignorante. Senza permesso non può leggere nulla al di fuori di quello che pensano già. Le loro argomentazioni sono al di là della storia e della biologia perché, semplicemente, se non autorizzati NON possono conoscerle. Così come non possono conoscere l'economia.
Gente potente, insomma... Ma dall'ignoranza istituzionalizzata.
Il motivo è ovvio... Con una base di fedeli ignorante, non ci sono idee diverse da quelle che provengono dall'alto. Senza idee diverse, non ci sono contrasti. E, senza contrastil, la struttura monolitica è salva.
Insomma... Uno degli aspetti peggiori del XIV secolo proiettato nel XXI.
Pace all'anima delle loro menti.
(Amen)

giovedì 7 giugno 2007

Deuteronomio 28, 20-28

Oggi sono capitato su un sito interessante... Un blog dai post decisamente più interessanti dei miei, in cui ce n'è uno decisamente cristiano: vortexmind.net
Da lì ho iniziato a viaggiare un po' sul web, fino a trovare una casa editrice che ha chiamato a processo la Conferenza Episcopale Italiana a causa di una traduzione della Bibbia piuttosto discutibile.
In tutto questo... Anche molto divertente... Mi riecheggiano le parole di innumerevoli prediche che dicono che Dio è buono e perdona. Lo stesso Dio che, secondo la Chiesa, nel Deuteronomio ci manda questo messaggio:
"Il Signore lancerà contro di te la maledizione, la costernazione e la minaccia in ogni lavoro a cui metterai mano, finché tu sia distrutto e perisca rapidamente a causa delle tue azioni malvage per avermi abbandonato.Il Signore ti farà attaccare la peste, finché essa non ti abbia eliminato dal paese, di cui stai per entrare a prender possesso.Il Signore ti colpirà con la consunzione, con la febbre, con l'infiammazione, con l'arsura, con la siccità, il carbonchio e la ruggine, che ti perseguiteranno finché tu non sia perito.Il cielo sarà di rame sopra il tuo capo e la terra sotto di te sarà di ferro.Il Signore darà come pioggia al tuo paese sabbia e polvere, che scenderanno dal cielo su di te finché tu sia distrutto.Il Signore ti farà sconfiggere dai tuoi nemici: per una sola via andrai contro di loro e per sette vie fuggirai davanti a loro; diventerai oggetto di orrore per tutti i regni della terra.Il tuo cadavere diventerà pasto di tutti gli uccelli del cielo e delle bestie selvatiche e nessuno li scaccerà. Il Signore ti colpirà con le ulcere d'Egitto, con bubboni, scabbia e prurigine, da cui non potrai guarire.Il Signore ti colpirà di delirio, di cecità e di pazzia..."

Manca solo il cagotto e la serie delle maledizioni è completa.
Poi, se io mando affanculo uno, rischio l'inferno...

mercoledì 6 giugno 2007

Generazione di precari imprenditori

Ovvero: la schiavitù nell'Italia del XXI secolo.
Si, perché viviamo nell'illusione che la schiavitù in Italia sia stata abolita.
La scuola ci inculca quest'idea assurda, fin dai primi anni, e noi si entra nei meccanismi di questa società con questo pensiero, dando per scontato di essere liberi. Dopotutto, i nostri nonni hanno combattuto i loro cattivoni per liberarci dal nemico tedesco. Dopotutto i nostri padri hanno combattuto un '68 di riforme per conquistare la libertà. Dopotutto ci sono riusciti... E noi abbiamo trovato la tavola pronta e non dobbiamo combattere per questi temi. La nostra libertà l'abbiamo, ora dobbiamo trovarci un lavoro e iniziare a produrre.
Falsità e fesserie che rasentano l'Idiozia.
Prendo uno a caso, chiamiamolo "Gigi", ok?
Gigi ha 26 anni, è laureato, ha un posto da 800 euro al mese. Ha un appartamentino in periferia a Milano, dove vive con la sua ragazza, "Claretta", che ha un posto nella stessa società e con lo stesso stipendio. I nostri due eroi racimolano 1600 euro al mese e sono liberi di fare quello che gli pare. Una favola!
Adesso seguiamo Gigi per un mese e scopriamo che:
- paga 700 euro al mese di affitto ed è fortunato perché spende poco.
- spende 5 euro al giorno per pranzare + 5 euro di Claretta, totale (su 20 gg lavorativi) 200 euro/mese per pranzare fuori casa.
- spende altri 9 euro/giorno per cenare a casa per un totale di 270 euro/mese.
- spende altri 60 euro/mese per l'elettricità e il telefono (se telefona molto poco, visto che il solo canone costa 15 euro/mese, tutto escluso).
- per risparmiare, va al lavoro con i mezzi, insieme a Claretta. Bene, siaccome è in periferia, il costo del biglietto è in sub-urbana. Facciamo i bravi e facciamo che Gigi e Claretta spendano 2 euro/giorno a testa per muoversi. Fanno 80 euro al mese.
Quindi, in totale, il nostro Gigi e la sua Claretta spendono 1310 euro/mese per mantenersi, senza fare nulla di più che lavorare. Senza TV, senza macchina, senza NULLA. Avanzano la bellezza di 290 euro al mese in cui far stare: vestiti, scarpe, canone RAI, eventuali spese per l'auto, vacanze, libri, serate al cinema, risparmi, spese mediche, assicurazioni, ecc..
Se Gigi e Claretta non fanno ASSOLUTAMENTE nulla al di fuori del lavoro e di andare a dormire a casa, alla sera, riusciranno a risparmiare una cifra astronomica: 3480 euro all'anno.
Direi che sono liberi di scialare i soldi, pensando, magari, a farsi un giretto sul loro panfilo.
Questo, naturalmente, in via teorica. Perché grazie alla legge Biagi, Gigi e Claretta non sono assunti. Sono associati all'azienda per cui lavorano. Quindi non gli vengono pagate ferie o malattie. Non hanno possibilità di aumenti, bonus... E possono essere "licenziati" a piacere, anche se il termine è improprio, visto che non sono "assunti". Ottimo: possono mettere da parte il tesoro risparmiato ogni mese per salvarsi il culo nel caso in cui uno di loro si prenda un'influenza e non possa vaorare per una settimana (con riduzione dello stipendio da 800 a 600 euro). Non di più, però. Perché, altrimenti, i risparmi non coprono le spese.
Quindi?
Quindi, facciamo un'ipotesi. La nostra Claretta vuole un bambino ma non può averlo: dovrebbe stare a casa dal lavoro e non verrebbe pagata. L'azienda la sostituirebbe e non riuscirebbe più a rientrare nel "mercato del lavoro". Poi, un bambino costa. Un omogeneizzato alla frutta di qualità discutibile costa circa 1 euro. Due genitori folli che ne danno 2 al giorno al proprio figlio spenderebbero 60 euro al mese. A questo va aggiunto il latte artificiale (circa 20 euro ogni 2 settimane), le pappe (circa 3 euro/giorno). Poi c'è da vestirlo: facciamo che gli comprano 3 tutine della giusta taglia ogni mese (ipotesi fantascientifica), anche andandoci bassi spenderebbero in abbigliamento 30 euro/mese. Quindi, un bambino destinato a morte certa (visto che non vivono solo di quello che ho "messo in conto") gli costerebbe altri 220 euro/mese. Naturalmente, queste spese fisse andrebbero aggiunte alle altre spese, considerando che Gigi non è granchè e che vederlo al lavoro nudo farebbe impressione.
Però, posto di riuscire a compensare il mancato lavoro di Claretta, una volta a regime gli resterebbero la bellezza di 70 euro al mese con cui fare follie. Che, naturalmente, spenderanno in ceri da accendere in chiesa, visto che basterebbe una minima crisi dell'azienda che li fa lavorare per mandarne a casa uno o due... E distruggere tutto.
Poi abbiamo i nostri politici che ci parlano di pensioni, di futuro, di tesorini e tesoretti, dei poveri iracheni, dei poveri pensionati, di rinnovi contrattuali...
Idioti!
Fate giochi di prestigio facendoci vedere problemi lontani e che non toccano nessuno, accapigliandovi per faccende che non interessano nemmeno voi. State lì in palazzi da Principi a discutere di milioni, mentre qui si contano i centesimi. State lì a parlare di sacrifici che dovrebbero fare Gigi e Claretta per il bene dell'Italia, senza vedere che loro stanno iniziando a essere stanchi non solo di non avere un futuro ma anche di non avere un presente.
Siete seduti su una polveriera, avete acceso la miccia e state lì a parlare del sesso degli angeli.
Domani, tra un anno o tra 10, quando tutti i Gigi e tutte le Clarette si accorgeranno di essere tanti, ma proprio tanti, quando i loro figli saranno affamati, quando la speranza del futuro sarà ridotta all'arrivo del giorno seguente...

venerdì 1 giugno 2007

Profumo di nonno

Stamattina, quando sono arrivato in ufficio, stavano scaricando un camion di frutta e verdura e, malgrado la pioggia, nell'aria c'era quell'odore tipico dei mercati.
Così, mi sono ritrovato, sotto la pioggia, a fissare quel camion, vedendo invece anni e anni della mia vita.
Si, perché quell'odore è quello della mia infanzia, quello di mio nonno.
Ricordo che si alzava prestissimo al mattino, per andare ai mercati ortofrutticoli di Milano. Caricava e scaricava camion di frutta e verdura fino alla tarda mattinata e arrivava a casa nel primo pomeriggio. Poi pranzava, faceva un pisolino e poi via in campagna. A raccogliere e seminare. Fagioli, piselli... E io dietro a lui. Seduto su una coperta sotto la capannina che i miei nonni costruivano. Oppure in giro a scoprire ogni giorno qualcosa di nuovo. E lo zio Angelo, suo fratello, andato via un venerdì di Pasqua di diversi anni fa, che arrivava in bicicletta e mi diceva "Nem". Andiamo.
Nessuno di voi due si è mai fermato molto, vero?
Avete avuto davanti una strada e l'avete percorsa fino in fondo. Accompagnati dall'odore delle verdure e della frutta.
Il mio nonno. Fino ai suoi ultimi anni, quando ormai non aveva più terreni da coltivare se non l'orto e, ormai in pensione, si alzava comunque presto per un'abitudine vecchia di secoli, si è sempre dedicato a frutta e verdura.
Mi ha cresciuto. Mi ha insegnato tante cose. Un po' del suo carattere, burbero ma buono, ce l'ho anche io. Quell'atteggiamento ironico verso la vita, di presa in giro silenziosa verso gli altri, tipica di chi ne ha viste proprio tante. Perché lui aveva vissuto la guerra ed era scampato per un soffio al fronte russo. Aveva vissuto la rinascita di questa povera Italia. Aveva un 850 in garage. Poi ha preso una Panda. Ogni tanto andavamo insieme al mulino, a comprare semenze e concimi.
Ricordo ancora l'espressione di dolore quando, per sbaglio, mi ha chiuso un dito nel finestrino della macchina. Sembrava che il dito fosse il suo. E la tranquillità, quando si è tagliato il piede con la falce. Diceva: sto bene, non preoccupatevi, non è nulla, non voglio andare in ospedale. Invece gli avevano dato un sacco di punti. Era così: non gli importava cosa gli succedeva. Stava sempre bene. Non si lamentava mai.
Viveva in fratellanza e complicità con Rudy. Piccolo cane scuro con cui sono cresciuto, il cui vuoto non potrà essere colmato.
Anche il vuoto di mio nonno non potrà essere colmato. Mai. E' morto in ospedale un 17 luglio, S. Alessio, poco prima che fosse il mio turno di andare a curarlo, dopo un'agonia durata diversi mesi.
Non ha mai conosciuto mia moglie. Non ha conosciuto mia figlia. Quando morì, non pensavo che quella ragazza potesse diventare mia moglie. E mai avrei pensato di diventare papà.
Chissà quanta gioia se avesse potuto tenere in braccio Anahí.
Ciao Togn. Hai una nipotina bellissima.

Stamattina, quando sono arrivato in ufficio, stavano scaricando un camion di frutta e verdura e, malgrado la pioggia, nell'aria c'era quell'odore tipico di mio nonno...