martedì 17 luglio 2007

Oggi...

È il 17 luglio.
S. Alessio.
3 anni fa, a metà di un pomeriggio di sole, nell'ospedale di Carate Brianza, se ne andava una grossa fetta del mio mondo.
Grazie di tutto Togn.

mercoledì 11 luglio 2007

Non capisco il Sanfermin

Sarà che sono un italiota qualsiasi ma Sanfermin non lo capisco proprio.
Per chi non sapesse cos'è, c'è un sito ufficiale: http://www.sanfermin.com/.
Per quello che ho capito ci sono alcuni appuntamenti ben precisi e importanti nei giorni di festa:
- El Txupinazo (La cerimonia di inizio)
- Un Encierro alle 8 di mattina tutti i giorni (la corsa dietro e davanti ai tori)
- Una corrida alle 18:30 tutti i giorni (con i tori partecipanti all'Encierro)
- Una processione
- Il Pobre de Mì (la cerimonia di chiusura)
Bene... In Italia, questa roba vedrebbe certo motivo di festa nei luoghi usati per ogni appuntamento.
Ma dalla festa generale eppur localizzata nostrana al coinvolgimento di tutta una città, ne passa moltissimo.
Penso al Txupinazo: siamo andati con amici di Bebe in una piazza (che a detta loro era "tranquilla" e adatta a bimbi inferiori a 1 anno di età come la nostra Anahi e il loro Isan). Siamo stati lì in piedi con migliaia di altre persone in attesa della proclamazione dell'inizio della festa...
Alla proclamazione, via allo stappare bottiglie e al bere. Con una marea di gente che festeggia.
Ok... Un po' come il nostro capodanno. Solo che era da poco passato mezzogiorno del 6 luglio.
Poi, noi, a capodanno, dopo 2 ore, andiamo a dormire, tranne che pochi casi di gente che fa festa, magari in case private.
Lì no.
Lì si va avanti 24 ore su 24 fino al 14 luglio.
Alle 3 del pomeriggio del 6 luglio c'erano già gli ubriachi stesi a terra o negli angoli, a vomitare il vino di pessima qualità bevuto poco prima con i calzini dell'anno scorso e il panettone dell'anno prima. E poi una serie spaventosa di giovani che si tiravano uova, farina, vino... Mancava solo di metterli in forno...
E cosa te ne fai di una bottiglia di vino vuota, se i cestini si sono subito riempiti? La poggi per terra...
Così cade e la folla (nella piazza principale c'erano fino a 5 persone per metro quadro) le schiaccia e le rompe. Così, le vie della tranquilla e bellissima Pamplona, ordinata e pulitissima fino a 2 ore prima, si riempiono. Di vetri rotti, di cartacce, di rifiuti vari, di vomito... E poi di piscio e di merda.
E, di notte, mentre i festeggiamenti continuano, gli addetti alle pulizie iniziano subito a cercare di riprendere in mano la situazione. Con conseguenze ridicole: la strada, tornata uno specchio, non resta tale che per poche ore. Spesso per pochi minuti.
Insomma... Va bene, è Sanfermin, c'è da far festa.
Ma io non la capisco molto.
Non c'entrano molto nemmeno i vari "appuntamenti" perché su migliaia e migliaia di persone, ben poche possono anche solo sperare di vederne uno: sono troppi. Ancora meno possono pensare di correre l'Encierro.
La maggioranza sta lì, nelle vie, a bere, cantare e a "festeggiare".
Ma mi chiedo... Bisogna per forza aspettare Sanfermin?
Questi qui potrebbero stare in una via qualsiasi, di qualsiasi città del mondo (o anche a casa loro) e fare lo stesso.
Inutile... Le feste non mi hanno mai coinvolto molto e io sono troppo insensibile per capirci qualcosa del Sanfermin.
La prossima volta... Pamplona la visiterò lontano dal Sanfermin.
Con tutto quel verde, sarà uno spettacolo primaverile.
Con il suo clima "strano", sarà bellissima sotto la neve, d'inverno.

2500 euro per ogni bambino spagnolo

Il 4 luglio, il primo ministro spagnolo Zapatero ha promesso 2500 euro di sostegno alle famiglie per ogni bambino spagnolo al di sotto dei 3 anni, indipendentemente dal reddito.
Zapatero è un pazzo furbo e intelligente.
Un pazzo perché 2500 euro sono una bella cifra, specialmente se moltiplicata per tutti i bambini di Spagna.
Un furbo perché i sostegni alel famiglie che il governo spagnolo ha dato negli anni passati "coprono" circa la metà di quanto promesso. La cifra è sensazionale ma il miglioramento rispetto agli altri anni è inferiore.
Intelligente perché Zapatero sa benissimo che un paese senza figli non ha futuro. E, questo, è il nostro tasto dolente.
Zapatero sa benissimo che un bambino di oggi sarà un contribuente tra 20 anni. Lavorerà e produrrà. Alzerà il PIL. Pagherà le tasse. Servirà a mantenere i suoi genitori.
Ecco... Zapatero sa che quei 2500 euro di oggi diventeranno una fortuna quando quel bambino inizierà a produrre. E più bambini ci sono oggi, tanto maggiori saranno i vantaggi futuri. Senza rischio di sovrappopolazione perché sa anche benissimo che il limitatore sociale del lavoro dei genitori bilancia già negativamente la nascita di nuovi spagnoli.
Quindi sta cercando di convincere gli spagnoli a non estinguersi.
Una scommessa. Una mossa da stratega in una battaglia disperata.
Un po' come capita da noi, no?
No.

La Spagna Civile

La Spagna mi ha sempre evocato sensazioni di "vicinanza".
Sarà perché noi italiani pensiamo che, vista la lingua simile e la sua posizione geografica, gli spagnoli siano nostri "cugini", insieme ai francesi. Questi ultimi troppo vicini per poter essere veramente "amici".
Spagna... Si, ricorda anche un paese certamente più "festaiolo" del nostro e ci lascia crogiolare nel pensiero che, nelle classifiche di qualsiasi cosa, siamo spesso accanto a questo paese. In fondo, la Spagna è il sud Europa: sono terroni d'Europa proprio come noi. Hanno i nostri stessi problemi.
I miei ricordi legati alla Spagna risalgono a un viaggio di una settimana a Ibiza, fatto diversi anni fa. Che questo non evochi alcuna discoteca: non le ho mai amate.
Ricordo questa isola di gente moderatamente festaiola, semi desertica, con qualche piccolo villaggio nella zona interna, un mare abbastanza pulito, una città, Eivissa (credo), piena di gente e di negozi aperti fino a notte fonda.
Con questo spirito sono tornato in Spagna. Stavolta a Pamplona.
Beh... Non c'entrava nulla.
Anche Pamplona sorge in una zona discretamente desertica ma è nel nord della Spagna, appena sotto i pirenei. La prima cosa che mi ha colpito è che la città, come tutta la sua regione, è bilingue. Ogni cartello ha la sua bella scritta in Spagnolo (anzi: in Castigliano) e in Euskara: il basco.
La città è pulita, fino all'ossessione. Ordinata e bellissima, Pamplona ha un centro storico molto caratteristico che ricorda alcune nostre cittadine con la differenza che tutto sembra decisamente in condizioni migliori. Una serie di parchi circondano il centro e lo dividono dalle zone nuove, preservando le antiche mura, che tanto fecero dannare i francesi.
Questa città dall'aspetto civile vive un contrasto insanabile e sotterraneo, tuttavia ben conosciuto da tutti: il terrorismo. Con il termine della tregua sancito dalle milizie basche, lo spettro del terrorismo è tornato prepotente in questa tranquilla città. Parlarne con gli abitanti, poi, è considerato scortese perché accende le passioni indipendentiste.
Eppure... Al di là delle profonde modifiche alla vita cittadina imposte dal Sanfermin, era impossibile non notare la massiccia presenza di polizia comunale, regionale, della guardia civile, dei controlli a tappeto. Sovra dimensionati per qualsiasi tipo di festa.
E poi... C'era ordine. Non ho visto parchi con spazzatura vecchia di anni. Non ho visto panchine divelte. Ho visto giochi dei bimbi sparsi per tutta la città. E i bagni pubblici. Tanti e fissi. Non solo quelli sistemati per il Sanfermin ma anche molti altri, collocati in punti strategici e disponibili 365 giorni l'anno. E girare con il passeggino è stato veramente una passeggiata: marciapiedi sgombri, passaggi pedonali senza pali della luce o cestini che li bloccano, controlli severissimi per le auto in divieto, parcheggi (a pagamento) sparsi per tutta la città e di enorme capienza, strade in ciottoli in cui i rattoppi non si vedevano... Persino sistemi di passaggio degli scoli fognari, fatti apposta per i passeggini e le carrozzine. Insomma: nulla a che vedere con gli slalom a cui è costretto il passeggino di Anahi' in Italia.
Senza contare la cortesia... Perché era normale che la presenza di un pedone sulle striscie fermasse il traffico. Anche nelle ore di punta. Senza auto che occupavano il passaggio. Senza bisogno di chiedere o di protestare.

La civiltà non c'entra con la cultura. E non si vede dalle grandi biblioteche, dalle infrastrutture. Non è un caso che gli europei considerino gli americani come un popolo poco civile. La civiltà si vede dalle piccole cose di tutti i giorni. Mi spiace per noi ma Pamplona dimostra di essere avanti anni luce rispetto a quello che vedo qui. Anche nei nostri più bei centri storici.

No, gli spagnoli non sono nostri cugini. La verità è che, forse, vorremmo assomigliargli un po'.

martedì 10 luglio 2007

Iberia: viaggi del terzo mondo...

Sono tornato dalle vacanze. Bellissime e rilassanti. A Pamplona (Spagna), a cui dedicherò un altro post.
Quello che mi interessa segnalare, però, non sono le vacanze in se ma il viaggio. Sia di andata che di ritorno.
La premessa è che io e mia moglie abbiamo pagato oltre 400 euro a testa per un volo da Milano Malpensa a Madrid e da Madrid a Pamplona e ritorno. Con Iberia.
Io, onestamente, pensavo che Iberia fosse una buona linea aerea.
Pensavo.
Ora non più.
Arriviamo a Malpensa, imbarchiamo le valigie e teniamo con noi il passeggino di Anahi. Una procedura normale e corretta: i passeggini vengono consegnati all'ingresso nell'aereo e vengono fatti trovare alla discesa. Sono considerati bagaglio a mano ingombrante. Quindi non vanno con le valigie e non stanno in cabina: il personale dell'aereo si cura di tenerli durante il volo.
I bimbi piccoli, come Anahi, stanno in braccio durante tutto il volo, assicurati con una prolunga della cintura di sicurezza.
Bene... All'imbarcoi la prima sorpresa: mentre su KLM venivano imbarcati prima i clienti business e le famiglie e poi gli altri (perché le famiglie, per la questione passeggini, hanno più sbattimento prima di potersi sedere), con Iberia si va in massa, tutti insieme.
Consegniamo il passeggino e chiediamo per ben 3 volte la cintura per Anahi. Alla fine la otteniamo. Seconda sorpresa: sui voli Iberia, se non paghi, non ti danno nemmneo un bicchiere di acqua. E vendono dei tramezzini stantii "fast and good" che fanno pagare a peso d'oro.
CI facciamo il nostro volo e arriviamo a Madrid 1 ora prima della partenza del volo successivo. Scendiamo dall'aereo e, sorpresa, il passeggino non c'è. Ne il nostro, ne quello di un'altra coppia.
Ci fanno aspettare mezz'ora fuori dall'aereo perché devono "indagare" e, alla fine, ci dicono che il passeggino è stato mandato insieme alle valigie degli altri viaggiatori e che forse (forse) lo troveremo a Pamplona. Protestiamo ma nessuno ci dà retta. Il tempo rimasto è appena sufficiente per passare dal terminal di arrivo al terminal del volo successivo... E via di corsa, con la bimba in braccio.
Volo per Pamplona, stessa storia: non danno nulla se non a pagamento e ottenere una cintuira per Anahi richiede una certa insistenza.
Arriviamo a Pamplona... E del passeggino nessuna traccia. Protestiamo e veniamo diretti a un ufficio in aeroporto che si occupa dei bagagli smarriti.
Altra sorpresa: insieme a noi c'è quasi la metà dei viaggiatori del volo. Chi non ha ricevuto una delle tante valigie, chi non ha ricuvuto la sua unica valigia, chi non ha ricevuto nessuna delle tante valigie. Per tutti la risposta è quella di "aver fede", che "verranno ricontattati".
Era sabato sera e ci rassegnamo a tenerci la bimba in braccio fino a lunedì mattina.
Nel frattempo nessuna notizia dall'aeroporto, malgrado continue telefonate, proteste tramite il sito di Iberia e via dicendo. Lunedì compriamo un nuovo passeggino, decisamente più scrauso di quello andato perso.
Lunedì sera veniamo ricontattati e ci dicono che il passeggino è in aeroporto e che hanno provato a telefonarci tutto il giorno (falso: noi abbiamo telefonato in continuazione, ogni ora, e non c'erano mai novità).
Situazione risolta? Si... Tranne che, al ritorno, decidiamo di imbarcare entrambi i passeggini come valige. Pensando che, almeno uno, possa arrivare.
Arriviamo a Malpensa... Sorpresa!
I bagagli escono, le valigie ci sono...
E NESSUNO dei due passeggini arriva!
Però... Stavolta eravamo in Italia. Quindi non dovevo affidarmi alle traduzioni in spagnolo di Hebe. Potevo smadonnare e minacciare io.
Bene... Ovviamente, la hall per il ritiro dei bagagli vedeva una coda chilometrica ai banchi dei bagagli smarriti. E nessun altro operatore.
Però... Alla fine mi sono appostato fuori dalle porte dove venivano gettati in mezzo alla hall i bagagli fuori misura. (Si, gettati. Lì in mezzo. Senza riguardi particolari.)
Il primo operatore che è uscito si è visto un omino da oltre 110 Kg e quasi due metri che, con fare piuttosto nervoso, lo minacciava di spezzargli le braccine e le zampette se non avesse trovato e consegnato due passeggini.
L'ho mandato a cercarli... Intrattenendomi con il suo collega alla porta. COllega che guardava nervosamente se stesse arrivando l'altro, visto che non poteva rientrare e non sarebbe rientrato se non avessi riavuto i miei passeggini.
Bene... I passeggini sono stati riconsegnati in 5 minuti cronometrati.
Con questo viaggio ho capito alcune cose...
1) MAI più con Iberia. E' una compagnia da terzo mondo. Con servizi scarsissimi e un'attenzione al cliente pressochè nulla.
2) MAI più voli con i passeggini. Viaggeremo senza e ne compreremo uno "usa e getta" in loco.
3) MAI più voli in aereo per vacanze europee. In macchina ci si mette poco di più ma è anche meno stancante, meno stressante e, sopratutto, è quasi impossibile perdersi i "pezzi".
4) Conta più una minaccia fisica a un povero cristo di addetto che un modulo di protesta.

Insomma... Ho imparato che avere senso civico quando si viaggia è completamente inutile.
E, comunque, ribadisco quello che ho detto alla tipa che NON mi ascoltava del banco informazioni Iberia a Madrid: Fuck Iberia.