giovedì 31 gennaio 2008

Alcune precisazioni...

"Si, ma quello che hai scritto si riferisce solo alla società dove lavori"

No, amico mio... Perché ora lavoro qui.
Ma di commerciali ne ho conosciuti un bel po'.
E' vero che un mix di razzismo, intolleranza, ottusità, nepotismo e sessismo del genere è particolarmente difficile da trovare.
E' vero anche che questo mix è del tutto ridicolo quando si ha a che fare con una realtà medio-grande delle aziende IT italiane.
E' ancora più sconcertante considerando che la sede della società è a Milano ma la prima succursale per dimensioni è a Napoli.

Ma questo è solo "l'esempio vicino e ultimo".
In realtà avevo già sentito discorsi simili, se non peggiori, in passato. Da parte di altri commerciali, di altre società che si "vantano" di lavorare nel mondo IT. Immancabilmente società di consulenza...
Proprio questo è il punto: la consulenza. Specialmente a lungo termine.
La visione industriale della consulenza, contrapposta alla visione "artigianale" proposta dai liberi professionisti, non può che dar vita a distorsioni del sistema e alla considerazione delle persone, lavoratori, come merci da scambiare e su cui decidere a cuor leggero.

Una parentesi: la collocazione di persone come consulenti presso moltissime società (vi farebbe paura sapere quali, ve lo garantisco), non avviene sulla base di gare o colloqui ma sulla base di amicizie tra commerciali e dirigenti / direttori / responsabili di dette società.

Unendo questo discorso a quelli che oggi vengono chiamati "contratti atipici" ma che un tempo si chiamavano sfruttamento e precariato... Ecco uscir fuori la magia di un mondo dove il gap tra chi ha gli agganci e chi non li ha è sempre più grande ed è sempre più pesante.

Chi ha poco, vede sempre più erodere la sua quota di indispensabile e, per ora, vie d'uscita non ce ne sono.

mercoledì 30 gennaio 2008

Società di consulenza: vendite al mercato...

Avere l'ufficio accanto alle stanze dei commerciali mi permette, a volte, di sentire (mio malgrado) delle vere e proprie perle telefoniche. Conversazioni che farebbero inorridire molte persone ma che sono (garantisco) del tutto normali per dei commerciali.
Tipo questa...
"Buongiorno, sono XYZ. Sto cercando il dottor ZXY... Ah, è lei? Mi scusi, ho qui davanti solo una scheda e non sapevo che fosse una donna... Vedo che lei è esperta di XXX, di ZZZ e di YYY... Si. Quando ha sostenuto il colloquio qui da noi? Ah, bene, bene. Senta, avremmo la possibilità di mandarla presso la società tal dei tali per un incarico importante. Consiste in... [omissis]".
Terminata la chiamata, il nostro brillante commerciale parla con il suo collega...
"Eccheccazzo, almeno potevano scriverlo che era una donna. Non si fa così! Adesso ce la mandiamo ma dio solo sa se è affidabile. Se fosse stato un uomo sarei stato più tranquillo... Mica che questa è una che nei giorni di ciclo è incazzosa... Dopo mi rovina i rapporti con XXZ..."
Subito dopo, il brillante commerciale chiama il suo contatto alla società tal dei tali...
"Ciao XZZY! Senti, ho visto la tua richiesta per una persona che sappia XXX, HHH, RRR e altre cose. Ho qui la persona giusta per te.... Sta finendo un progetto per la nostra società ed è libera tra poco. E' una donna ma se la caverà senz'altro... Si, si, guarda: la conosco da tanto tempo, è espertissima, è una risorsa fondamentale. Affidabile, si... Più che affidabile. Si, ha anche conoscenze di ZZZ e YYY. Si, si. Prendiamo appuntamento per settimana prossima che te la presento..."

Se conversazioni come questa fossero rare, potrei dire che si tratat di un caso. Invece... Invece no. Difficile farsi un'idea precisa di quante ne ascolto.
Questo, poi, mette in moto un meccanismo perverso...
Il commerciale vende la persona 1 alla società tal dei tali, spacciandola per esperta di alcune tecnologie e facendola pagare a peso d'oro. La persona 1, però, non è esperta di quelle tecnologie e viene pagata NON in base alla sua esperienza complessiva ma in base alla sua applicabilità a quel contesto. Quindi viene pagata poco. Ma accetta il lavoro perché di lavoro non ce n'è molto.
La società tal dei tali, però, ha richieste precise e chiede un certo livello di esperienza. Così, la persona 1, oltre che lavorare con molta fatica (si deve spacciare per esperta per non farsi lasciare a casa), deve studiarsi cose nuove fuori dall'orario d'ufficio e risulta sottopagata.
I risultati?
Progetti che fanno schifo (portati avanti da principianti) e un deciso guadagno di MINIMO il 100% da parte della società... E del commerciale, che lavora a percentuale.
In soldoni... La società tal dei tali paga 500-600 euro al giorno una risorsa inadatta che riceve, invece, 100 o 200 euro al giorno. Con un guadagno netto di circa 400 euro/giorno. 200 alla società e 200 al commerciale. Forse è per quello che in questa società i commerciali lavorano molto poco e hanno in mano dei Porsche Cayenne o delle BMW.
E se la risorsa si incazza? Se decide di lavorare per quantro viene pagata? Se il gap di competenze è troppo alto?
Tutte queste domande si risolvono in un altro frammento di conversazione, anche questo ascoltato di recente...
"... Cosa? Ma, guarda, non so cosa dirti, con noi è sempre stato affidabile. Non so cosa sia successo. Magari dei problemi personali... Lo sostituiamo subito, non ti preoccupare. Per rimediare ti faccio uno sconto del 20% sulla tariffa. Guarda, ti mando una nuova persona domani..."
E dopo, parlando con le risorse umane:
"... Non mandatemi gente cazzona, dai! Un minimo! Voglio gente adattabile. Qualcuno che ha bisogno di soldi e ha voglia di impegnarsi.... Questo qui... Sarà mica meridionale?. No, perché questi qui che vengono dal sud, non hanno voglia di lavorare..."

Tutto in regola, comunque. Fosse solo un commerciale che fa così... Invece devono averli selezionati per le loro idee così "progressiste". oppure, visto che queste conversazioni vengono ripetute da tutti i comemrciali che sento (inclusi i meridionali)... Forse ci deve essere un "plus" nei commerciali delle aziende di consulenza. Un "plus" che io non ho...
Certo... avere la morale un gradino sotto i pedofili e i politici può servire.
Forse serve anche avere una testa di cazzo.
Ma ci deve essere un "plus"... Quel mescolio di razzismo, di viscidezza, di falsità...
Inutile: non sarò mai un commerciale.

venerdì 25 gennaio 2008

Economia e finanza...

A volte mi chiedo cosa smuovono nelle teste delle persone comuni queste due parole.
Sembrano tanto distanti dalla vita di tutti i giorni...
In realtà, le cose sono molto semplici.
vado a comprare 1 Kg di pane, pago, i soldi vengono incassati dal panettiere che li userà per comprare il cibo per i suoi pesci. Il venditore di cibo per pesci userà quei soldi per comprare verdura. L'ortolano incasserà e ci pagherà la bolletta del gas...
Ecco: questa è ECONOMIA.
E la finanza?
La finanza è quando io non ho i soldi per comprare il pane oppure li ho ma non li voglio spendere. Così uso la carta di credito per comprare il mio Kg di pane. Ovviamente, oltre al pane, dovrò pagare anche gli interessi perché il panettiere non incassa subito i soldi (e l'intermediario deve avere la sua parte).
Questa qui è la finanza... Dove io che non ho soldi compro denaro promettendo di pagarne un po' di più quando lo restituirò.
Queste due cose, economia e finanza, ovviamente sono collegate in modo strettissimo. Quasi la stessa cosa, anche se ci fa comodo pensare che siano totalmente separate.
Perché se l'economia va male, la finanza non ha opportunità di funzionare. La gente non compra 1 Kg di pane con i suoi soldi perché non ne ha e non lo compra a credito perchè non sa quando potrà pagarlo. E' recessione.
Se la finanza va male... Stessa cosa. Perché si compra 1 Kg di pane solo se si hanno i soldi ma, così, il panettiere ha minori incassi e non riesce a farsi prestare i soldi che gli servono, per esempio, per comprare una macchina per impastare nuova. Oppure quel prestito gli costa di più.
Potremmo dire che, se spendiamo i soldi che abbiamo e basta, il fatto che la finanza vada male non ci tocca...
Solo che "finanza" è anche quando vogliamo comprare casa e apriamo un mutuo con la banca, quando paghiamo un debito a 100 euro al mese, quando compriamo un televisore a rate...
Così, se la finanza delle banche e dei mercati va male, anche la nostra finanza spicciola va male.
Non che sia un problema farsi prestare soldi... Semplicemente, questi soldi costano di più perché ci sono meno persone disposte a scucirli.
Quindi... La notizia vera di questi giorni NON è che il governo Prodi è caduto con uno show degno del sabato sera sulle nostre rovinose TV...
La notizia vera è che la finanza ha avuto il più grosso colpo negativo dalla crisi del 2001, che la fase di accentuata recessione americana è stata trasferita, con gioco di mano (e tassi di interesse) sui mercati europei, che le borse hanno bruciato MILIARDI di euro negli ultimi 6 mesi...
Così, tra qualche mese, quando non avremo i soldi per comprare il pane (come adesso) e non troveremo nessuno disposto a prestarceli a un interesse sopportabile, potremo prendercela con il governo... Che, invece di cadere nel silenzio come merita, ci ha distratto e non ci ha fatto rendere conto di quello che stava accadendo.
Intanto, i tassi di interesse dei mutui continuano a salire... E quella è finanza.

lunedì 21 gennaio 2008

Sono malato. Sto morendo.

Ti sei preso un coccolone?
No, no... Non ho nessuna malattia particolare. Un po' di tosse, influenza...
Quindi: che c'entra quel "sto morendo"?
C'entra... Perché c'entra in tutto.
Perché stai morendo anche tu.
L'altro giorno mi è capitata tra le mani una frase che mi ero annotato parecchio tempo fa e di cui, purtroppo, non avevo segnato l'autore che diceva una cosa tipo: "La vita è una malattia a trasmissione sessuale che conduce a morte certa".
No, no... Non sono triste, scazzato o che altro.
Solo che, grazie a una provvida influenza, ho avuto un po' di tempo per staccare un po' e riflettere sul fatto che il tempo passa proprio veloce.

mercoledì 9 gennaio 2008

Amici... (e 100)

Mi accusano che questo blog è pesante... Che alcuni post sono indigesti e l'intero blog non "trasuda" di personalità come altri... Non è un blog adatto a tutti.
Sono perfettamente d'accordo: non ho mai voluto fare un blog per parlare del cibo preferito dal cane, per spiegare nulla a nessuno, per mostrare alcunchè. Sto facendo questo blog come "valvola di sfogo" di una serie di pensieri e di idee che mi passano per la testa e, a volte, lo uso per commentare le cose come farei al bar...
Nel frattempo sono al centesimo post.
QUESTO è il centesimo post... Così ho deciso di dedicare questo post particolare agli amici. Che, per me, sono declinati nelle forme più varie. Allora li ricordo qui... Non è una classifica e non c'è un ordine preciso. Senza questa gentaglia, la mia vita sarebbe stata molto meno ricca. E io non sarei mai stato quello che sono. Grazie ragazzi. Vi romperò le palle a morte, ovviamente... :P
Come d'abitudine... I nomi non servono e chi è coinvolto SA che mi riferisco a lui... :D

Mi sei stato testimone di nozze ma, soprattutto, sei mio amico da lungo tempo. Mi conosci e sopporti i miei scazzi (da anni: record del mondo omologato), stai ad ascoltarmi anche quando darei fuoco al Vaticano intero, sopporti pazientemente quando ti "molliamo" la nanerottola e le dai retta come un baby sitter navigato. Una mente geniale, travestita saltuariamente da imbecille ma solo per schernirsi un po'... Se no, tutto sarebbe troppo serio. Rendi colorata ogni tua visita e sai che casa mia è casa tua. Non servono inviti. Ma se porti anche solo un dolcetto, te lo faccio ingoiare a forza perché, altrimenti, sembri un catering...

Sei una ragazza brillante, ben al di sopra la media, anche quando scazzi e sbrocchi. Si, rompi un po' con 'sto pupone... Ma è uno che non capisce con chi ha a che fare e avresti fatto meglio a sparargli anni fa. Ci avresti solo guadagnato. Conosciuta accidentalmente, ci sono ancora tante cose che non sappiamo di noi. Alcune ci vedono ai poli opposti del mondo ma ci sono anche tante cose in comune di cui chiacchierare. Hai una sensibilità unica e quella scorza che ti metti addosso, lo sai, non ti si adatta nemmeno un po'.

E' colpa tua. Tutto è colpa tua (stronzo :D). Mi hai salvato la vita una vita fa e quello che sono, gli amici che ho, li devo a te. Anche il mio lavoro (e quello di molti altri) è dovuto a te. Persino il mio matrimonio e mia figlia derivano da quella serata in cui, in mezzo alla nebbia, sono arrivato col motorino al tuo "santuario". Gli anni si sono accumulati come polvere e di cose insieme ne abbiamo fatte. Sei decisamente sparito dal mio matrimonio... Ma, si sa, tu non sei sposato... E la caccia è sempre aperta.

Non importa se sembriamo i Blues Brothers. I ricordi sono tanti... Le idee tantissime. Anche se, ogni tanto, viaggi a 1 metro da terra, sentirti o vederti mi consola. Abbiamo fatto un lungo viaggio insieme, siamo scesi un gradino per volta ma tu sei quello che, di continuo, mi faceva vedere che là sopra c'era un cielo aperto e senza nuvole. Ogni tanto si risale, ogni tanto ci si allontana... In molti momenti non so che avrei fatto senza di te. Ora siamo lontani... Interessi diversi, vite diverse. Ma io SO che ci sei e ci sarai sempre. Così come io ci sono e ci sarò. E' un patto antico, il nostro. Vecchio di secoli.

Tu sei un finto pessimista dichiarato. Si, perché il pessimista vero si rassegna. In te, invece, c'è una scintilla di speranza che non si arrivi mai al fondo totale. A volte sbagliando, a volte alimentandola con altra speranza, visto che le cose non vanno sempre tanto male. Hai una donna, una casa, un mondo verde attorno a te. Hai un passato lungo diverse epoche storiche, mondi minuscoli in cui ti avventuri. Mi prendi per il culo perché scrivo da dislessico (cilc)... Ma lo sai che ti voglio bene anche per questo e, proprio per questo, ogni volta che scrivo mi ricordo di te. E' tanto che non ci si vede ma non è un problema. Tu ci devi stare... Perché io ci sono. Quindi, amico oscuro, rompi pure le palle quando vuoi ma, il mondo, senza te sarebbe un po' più spoglio di com'è. Grazie per tutto quello che hai fatto per me.

Ok, ok... Hai fatto un gran casino. Ok, sono anni che non ci vediamo. Ok, ci siamo sentiti pochissimo. Hai un'altra vita, un'altra donna, un altro lavoro. quante partite avremo fatto su quel biliardo? Quanto cazzeggio? Quanta roba avremo scaricato e quanti progetti abbiamo fatto insieme? E quanti caffè? Ti devo moltissimo. Resti sempre il solito pirla... Ma non ti preoccupare. Lo resterò anche io.

Avevi un'approccio al mondo rivoluzionario. Avevi la vita che ti scorreva dentro e addosso, che spandevi tutto intorno a te. Avevi un modo di pensare alternativo, sapevi guardare dentro a chiunque, avevi un dono. Per diversi anni non ci siamo più visti ed ho saputo che sei stata gravemente malata. Tuttora lo sei. quella vita in cui vivevi, come un brodo, si è modificata e, ora, non serve più. Non sei più la donna indipendente che eri. Mi hai mostrato nuove vie, mi hai cambiato la vita, mi hai voluto bene come a un fratello. E io ero contento di avere una sorella, fino a quando il caso, alla fine, ci ha divisi. Idee diverse nate dalla stessa terra. Mi manchi ma non voglio rivederti. Per me sarai sempre quella che vuole smuovere il mondo intero. E, ogni tanto, ci riesce.

E poi... Un post non può essere infinito... Diciamo che gli amici che hanno influito maggiormente sulla mia vita sono qui sopra... Gli altri... ragazzi: io vi ricordo bene. Nessuno è stato dimenticato... Ma questi qui, sopra... Beh, se ne avessi mancato uno solo, adesso sarei stato molto diverso.

giovedì 3 gennaio 2008

Vedi Napoli e poi muori...

Prendo in prestito questo titolo di un filmettino del 1951 (rifatto nel 2006) perché è notizia di oggi che ci sono disordini vicino alle ex aree di stoccaggio rifiuti di Napoli...
Si, perché Napoli e i napoletani, oggi, stanno perdendo proprio la faccia.

Premessa: un paio di mesi fa, il camion della spazzatura che fa il giro ad Arcore NON è arrivato. Il risultato è che alle 7 di sera c'erano ancora tutti i sacchi della spazzatura agli angoli delle strade.
La conseguenza immediata sono state svariate proteste telefoniche al comune e la "ripresa" dei sacchi che erano stati portati fuori. ognuno s'è ripreso in casa il suo pattume e l'ha messo fuori la settimana seguente, insieme a quello "nuovo".

Premessa numero 2: ad Arcore e nella stragrande maggioranza dei comuni che conosco (si va dalla Lombardia all'Emilia Romagna, passando da Piemonte e Veneto), TUTTI i rifiuti vengono separati. La plastica con la plastica, l'umido con l'umido, gli ingombranti si portano in discarica e così via.

Premessa numero 3: malgrado la separazione dei rifiuti, la "frazione secca", non riciclabile, viene stoccata o, più spesso, bruciata. In inceneritori come quello a nord ovest di Milano oppure di Valmadrera. In loco. Perché se fai spazzatura è inutile buttare i soldi per trasportarla e impestare gli altri: quello che non ricicli, te lo bruciano vicino a casa. Quindi, più ricicli, meglio è.

Allora... Mi sorgono spontanee alcune domande... A cui non so rispondere.
1) Perché, se non raccolgono la spazzatura, non te la tieni in casa o trovi alternative?
2) Perché vedo strade piene di materiali riciclabili mescolati a rifiuto non riciclabile? Lo sai che questi materiali finiscono insieme al non riciclabile e "fanno volume"?
3) Perché, se produci spazzatura, non te la vuoi stoccare o bruciare a casa tua? Perché devi impestare altre persone con la tua merda?
4) Perché protesti contro le discariche se tu stesso produci spazzatura che può andare SOLO in discarica? Idem per gli inceneritori.

Sono solo 4 domande... E non ce l'ho con i napoletani in quanto tali. Ce l'ho con loro perché fa comodo dire che uno non vuole i rifiuti e farli portare da altre parti (con costi immensi) perché si vuole aria più pulita... quando TUTTI gli altri se la sbrigano da soli.

Il primo post dell'anno...

Non arrivava da troppo lontano. Certo, a piedi era un bel po' di strada...
Le spalle un po' curve, i piedi un po' strascicati... Ci ha messo un po' a trovare la casa giusta. Con un cagnetto nero e marrone che lo seguiva passo per passo, senza lasciarlo mai.
Però ne hanno approfittato per fermarsi a salutare il vecchio parroco, il loro vecchio amico di Velate. Che anche lui, quella notte, se ne stava un po' in giro, a trovare i suoi parrocchiani.
E poi... Giù per la discesa, facendo attenzione al ghiaccio in strada, davanti alla centrale del latte.
E poi avanti... Girando a sinistra, dopo la bocciofila...
"Una voeulta ghe giugavi ancha me. Quant ghevi i gamb e ghe vedevi ben."
E poi a destra, prima dell'edicola. E poi ancora a destra, fino in fondo alla via, verso una casona di mattoni rossi.
"L'ha metuu i pess in giarden... L'è minga tant a post, ma se ghe piasen... Ign gnanca bonn de mangiaa."
Col suo bastone in mano, la faccia rugosa, la barba pungente del giorno prima, magro e dinoccolato, imbottito per difendersi dal freddo. E quel cagnetto sempre dietro, che capiva le parole e gli sguardi. E rispondeva.
Ha fatto la sua strada ed è arrivato. Davanti alla porta.
"Attenti al cane... L'ha toeu un can..."
Alla fine sono entrati, trovando una cagnolina sul divano. Si è girato verso il cagnetto: "Te sumiglia... T'he vest? Te voeur ben." Il cagnetto ha guaito un po'... Perché era scappato via di fretta e mica pensava di avere così tante somiglianze con quella cagnolina.
Poi... Si son messi a girare un po' per casa... Hanno guardato la stanza della bimba, vuota, scoprendo che ha più vestiti di una principessa e disapprovando i due scatoloni dietro alla porta: "Le mai sta urdinaa".
Poi sono scesi... Disapprovando ancora di più la stanza degli ospiti e l'ufficio, ancora ingombri di scatoloni... " Se stavi che, insema, putevi dagh una man.".
Dopo sono saliti... Scoprendo un lettone in cui dormivano due tizi e mezzo. Con un mezzo che, in realtà, era una mezza e li separava: bianca e rossa, dormiva beata con i piedi addosso al papà e la testa appoggiata sulla madre.
Son restati lì a guardarli un po'.
Lui scuotendo la testa e fissandosi quell'immagine nella memoria. Il cagnetto, scodinzolando e approvando il fatto che la cagnolina di sotto sarebbe potuta salire in ogni momento se avesse avuto bisogno di compagnia.
Poi hanno sentito i rintocchi del campanile davanti casa... Le 5.
"Tra mezura el leva su... Bisugna andaa... "
E sono fuggiti via. Lungo la strada a ritroso. Salutandosi nei dintorni della Fiera perché loro stavano in due posti diversi.
Lui salutò il cagnetto. "Se vedum la prosima voeulta. Fà ul brau e fa la guardia."
E l'altro, con uno scodinzolio: "Se vedum. Voo insema al can gialt che el buia semper..."