mercoledì 27 febbraio 2008

Priorità di lavoro...

... Non scrivo da un sacco... Eppure ne ho di roba da dire.
Solo che, a volte, il lavoro porta via troppo tempo.
A questo proposito, voglio segnarmi alcune cosucce sulle priorità di lavoro.
nel senso che ci sono alcune attività per le quali NON serve l'esperienza decennale di un sistemista esperto.
Tra queste:
- tenere un corso pagato da fondi europei a persone che non hanno alcuna conoscenza e vendute come sistemisti
- reimpaginare un testo in word
- spiegare a una scema di una sede remota che se un programma manda un avviso chiedendo di aprire un file o chiuderlo NON è un errore. Deve solo cliccare su "apri".
- spiegare al suo imbecille capo che se il browser ti chiede il tuo nome di accesso e la tua password NON devi mettere "administrator" ma il tuo nome e la tua password
- accompagnare OGNI DANNATO GIORNO un povero cristo in sala server per fargli cambiare la cassettina dei DAT di backup, controllando che non tocchi nient'altro
- spiegare a un "programmatore" come si aprono più caselle di posta di Exchange usando Outlook, visto che i diritti di accesso li ha già
- spiegare a un amministratore che NON serve che tutti gli utenti ci diano le loro password, visto che noi abbiamo la password di amministrazione del dominio

Insomma... Non ho scritto e sono stato molto impegnato da queste cose qui...
Non posso commentare... Scadrei nel più profondo pozzo dei bestemmiatori.

martedì 5 febbraio 2008

Narn i Chîn Húrin

Avevo già letto di Húrin nel leggere varie opere di Tolkien.

Ho sempre pensato che, insieme a poche altre storie, questa era una leggenda di una certa forza e di un certo spessore.

Così, mi sono interessato subito del libro... Che mi è stato regalato a Natale.

Unico neo è la "cura" del libro da parte del buon Christopher... Che, in genere, è visto dagli amanti degli scritti di suo padre come viene visto un elefante in un negozio di cristalli.

Beh, l'ho letto. Inizialmente dubbioso (perché la "cura" del figlio prevedeva inevitabilmente un pesante restyling e un forte lavoro di unione e conformazione), mi son dovuto ricredere.

Un drammone degno dei peggiori polpettoni, rivisto, però, in chiave fantasy e con qualche marcia in più.

Dentro c'è di tutto, inclusa una visione della vita del tutto diversa da quella offerta dal Signore Degli Anelli.

Mi è piaciuto.

Molto.

Adesso spero tanto che nessuno abbia l'idea di farci un film strappalacrime.

E, comunque... Sarebbe un vicolo cieco: non ammette, per ovvi motivi, alcun seguito.

venerdì 1 febbraio 2008

Aiutiamo i poveri del Perù!!! (3)

Finisco subito questa serie di considerazioni con l'unico punto veramente spinoso di tutta la faccenda: la volontà politica.
Queste due parole fanno un po' paura, eh?
Siamo abituati a pensare la politica come una serie di giochini che fanno i nostri "campioni" nazionali... E, con un'affermazione del genere, posso prendermi solo un "vaffa...".
Invece no... Perché la politica, in questo caso, consiste in cose piuttosto semplici. Se io, Europa, ho paura degli altri mercati e impongo un dazio sulle merci, è una questione politica.
Così pure se io, India, invece di pensare a costruire pozzi e creare un tessuto sociale, spendo i miei soldi per costruire, che so... Un 100 testate nucleari. (Ho detto a caso, come al solito...).
Oppure come se io, il signor Perù in persona, invece che facilitare le condizioni di vita dei minatori che mi cavano l'oro che vendo sui mercati internazionali (prima fonte di valuta straniera del paese), decido di creare un esercito moderno, armarlo, spendere milioni di dollari in equipaggiamenti...
Insomma: il discorso aiuti, al di là della "carità pelosa", di quella inutile (mandargli soldi o cibo) o di quella dannosa (si, c'è anche questa)... DEVE partire da basi politiche solide.
Quindi... Il problema è la pressione sociale, da ambo le parti.
Noi dobbiamo spingere sui nostri governi perché si occupino di problemi VERI. Non della prossima, fantastica, legge elettorale o del concedere o meno il parrucchiere personale ai deputati. Di porblemi reali nostri e altrui.
Loro devono spingere i loro governi a non occuparsi di accumuli di soldi e conti in banche svizzere ma dei problemi reali dei loro paesi.
Insomma... Per fare un mercato, servono scambi. Per fare scambi servono almeno 2 soggetti. E i due soggetti devono essere nelle condizioni necessarie per fare lo scambio e devono volerlo.
Il resto serve a molto poco... Se non a nulla.

Aiutiamo i poveri del Perù!!! (2)

Avete mai pensato che il cibo è raramente un problema?
Nel senso che, persino nel deserto, l'uomo sa dove trovare cibo per sopravvivere.
Allo stesso tempo, anche l'acqua non è un problema.
Con le tecnologie adatte, siamo in grado di avere acqua ovunque.
Il vero problema è la ricchezza.
Nel senso che, se non ho i soldi per comprare una trivella e una pompa, posso abitare sopra il più grande bacino di acqua del mondo ma morirò di sete. Così come, senza soldi per comprare qualche capo di bestiame iniziale, posso vivere in mezzo alla più bella delle praterie che potrò sfamarmi solo mangiando erba e radici. O fare la fame.
Tutta questione di soldi.
Così c'è la convinzione che la soluzione per aiutare i paesi del terzo e del quarto mondo sia quella di mandargli soldi. Oppure cibo.
In realtà è una soluzione "comoda" da usare per metterci il cuore in pace.
Una volta mi hanno detto che per sfamare uno, non gli devo regalare un pesce: devo insegnargli a pescare.
Non vedo perché, in grande, questa cosa debba essere diversa.
Invece di portargli acqua con le botti, potremmo regalargli una pompa e una trivella... Oppure potremmo insegnargli come si costruiscono pompe e trivelle. Perché, per quanto possiamo fare, è inutile regalargli 100 pompe e 100 trivelle: prima o poi si guasteranno oppure gliene serviranno 101.
L'istruzione è quello che serve, non soldi, non oggetti.
Istruzione e opportunità.
Faccio un esempio riguardante proprio il Perù... Da quello che ho visto io, il Perù abbonda di alcune cose: la polvere, l'argento, la lana di alpaca...
La polvere non è una ricchezza (se lo fosse, il perù sarebbe LA potenza mondiale).
L'argento, però, si... E lì, l'argento costa meno dell'acciaio. Gli artigiani lo lavorano da secoli in modo strepitoso. Ma il Perù non ha l'opportunità per arrivare in Europa.
Vogliamo fare i caritatevoli?
Apriamo il mercato a questa ricchezza, acquistando questo argento a prezzi "di mercato" europeo... E, con il ricavato, i "poveri peruviani" potranno acquistare i macchinari e il know-how che gli manca per "fare il salto".
E la lana di alpaca? Qui da noi, un cappellino fatto a macchina di lana di alpaca costa 40 euro. Pari a 176 Sol peruviani... Praticamente uno stipendio. Là, un cappellino fatto a mano costa 10-15 sol. Un BEL cappellino... Facciamo due conti e pensiamo cosa significherebbe lasciare entrare questi paesi nei nostri mercati. Noi vendiamo know-how, loro ci vendono prodotti che, da noi, hanno ormai costi assurdi.
Perché è il know-how che ha valore... La conoscenza. Non insegnamogli come pescare. Non diamogli da mangiare. Sono forti, hanno voglia di fare. Non diamogli da mangiare: insegnamogli come si costruisce una fabbrica di pompe e trivelle, insegnamogli cos'è un'economia di mercato... Il resto verrà da sè... Se ci saranno condizioni economico/politiche (nazionali e non) adatte.

Aiutiamo i poveri del Perù!!!

Settimana scorsa sono andato al Gigante di Villasanta (perché a quello di Usmate non mi vedono più) ed ho visto che fuori c'era l'"Operazione Mato Grosso" che raccoglieva cibo per i poveri del Perù.
La prima reazione è stata di sorriso per alcuni dei cibi che raccoglievano... perché io, in Perù, ci sono stato. A Lima e Cuzco ma anche nei dintorni.
Grazie alla provvida guida di un anziano signore carico di energia (il nonno di mia moglie) e a un camioncino, un po' di Perù al di fuori dei soliti giri turistici l'ho visto. Ho visto la sterminata baraccopoli che circonda l'area urbana di Lima, ho visto le divisioni in municipi della "città", ho visto tante persone e tante cose che qui da noi non si vedevano da anni... ma che stanno tornando molto più in piccolo.
Ed ho visto che alcune cose non mancano di certo.
Le nostre patate, per esempio, sono la brutta copia di quelle originali che arrivano... Indovinate da dove? E il pesce? Avete presente i filetti di sogliola? Quelle cose che, qui, si mangiano a confezioni perché ogni filetto pesa 55 grammi? Ecco... Dimenticateli. Ricordo con commozione una sogliola che ho mangiato laggiù (e, a quanto pare, nemmeno dlele più grandi) che occupava un piatto enorme, che ho faticato a finire e che sarà stata ben oltre il Kg. Magie dell'Oceano pacifico. E il riso? Sapete qual è il piatto principale dell'alimentazione peruviana? Ecco... Proprio il riso. Hanno un riso che sa di riso, che ha un sapore più forte del nostro "slavato". Mi immagino il peruviano che riceve una scatola di riso superfino arborio... A confronto del loro, è cibo per cani.
Per questi motivi mi son messo a ridere vedendo i cibi raccolti.
Da qui ho rpeso spunto per riprendere una serie di considerazioni sul perù e, più in generale, sul sistema di aiuti ai paesi bisognosi... ne parlo nel prossimo post.