mercoledì 12 dicembre 2007

Quello che mi manca

Ci sono accadimenti, ci sono cose che mi riportano alla mente vecchi strati della pelle che porto in giro.
In particolare, stanotte e per tutta notte, ho avuto davanti agli occhi l'immagine di una sedia vuota.
Io ero lì, su un palco, a fare nonsopiùcosa...
Ma fissavo quella sedia vuota.
Sulla sedia accanto c'erano mio nonno e mia nonna.
Lo ricordo bene.
Ma lì, la sedia era vuota.
Così, non sono più salito su un palco.
Ricordo che si collega a quello di una strada, parecchi anni dopo, che portava dal mio istituto tecnico verso casa. Con uno zaino pesante sulle spalle, i piedi stanchi, e la strada che si snodava, in zone conosciute, da scuola a casa. Per chilometri.
E, anche lì, c'era la mancanza di una macchina che doveva portarmi ma che era in ritardo. talmente in ritardo che, spesso, arrivavo a casa prima che arrivasse a prendermi.
Una macchina che non c'era mai quando, in chiesa, cantavo nel coro.
Che non c'è mai stata quando completavo i miei libri, quando scrivevo articoli su riviste nazionali, quando facevo qualcosa che mi rendeva orgoglioso.
Così, ho smesso di aspettarla.
Mancava qualcosa nello sguardo di alcune persone quando ho detto che andavo a vivere con la mia fidanzata. La stessa cosa che mancava negli stessi sguardi quando ho detto che mi sposavo. Che è mancato ancora quando ho detto che aspettavamo un figlio.
Nella vita non mi è mai mancato nulla.
Forse mi è mancato solo l'indispensabile.
Oggi sono ancora su quella strada e sto ancora aspettando quella macchina. Che non passerà mai. Mi illudo, ogni tanto, che possa passare. Ma non arriverà.
Mi sento vecchio. Ho le gambe stanche. Ma ho anche una forza di volontà e una cocciutaggine terribile. Quella macchina non arriverà e io, prima o poi, arriverò a casa. Intanto mi guardo intorno e sono felice, con i compagni di viaggio che ho incontrato.
Stranamente, nella mia stanchezza, mi sento forte e crudele.
Perché ho davanti l'esempio di quello che a mia figlia non mancherà mai.

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