mercoledì 11 luglio 2007

La Spagna Civile

La Spagna mi ha sempre evocato sensazioni di "vicinanza".
Sarà perché noi italiani pensiamo che, vista la lingua simile e la sua posizione geografica, gli spagnoli siano nostri "cugini", insieme ai francesi. Questi ultimi troppo vicini per poter essere veramente "amici".
Spagna... Si, ricorda anche un paese certamente più "festaiolo" del nostro e ci lascia crogiolare nel pensiero che, nelle classifiche di qualsiasi cosa, siamo spesso accanto a questo paese. In fondo, la Spagna è il sud Europa: sono terroni d'Europa proprio come noi. Hanno i nostri stessi problemi.
I miei ricordi legati alla Spagna risalgono a un viaggio di una settimana a Ibiza, fatto diversi anni fa. Che questo non evochi alcuna discoteca: non le ho mai amate.
Ricordo questa isola di gente moderatamente festaiola, semi desertica, con qualche piccolo villaggio nella zona interna, un mare abbastanza pulito, una città, Eivissa (credo), piena di gente e di negozi aperti fino a notte fonda.
Con questo spirito sono tornato in Spagna. Stavolta a Pamplona.
Beh... Non c'entrava nulla.
Anche Pamplona sorge in una zona discretamente desertica ma è nel nord della Spagna, appena sotto i pirenei. La prima cosa che mi ha colpito è che la città, come tutta la sua regione, è bilingue. Ogni cartello ha la sua bella scritta in Spagnolo (anzi: in Castigliano) e in Euskara: il basco.
La città è pulita, fino all'ossessione. Ordinata e bellissima, Pamplona ha un centro storico molto caratteristico che ricorda alcune nostre cittadine con la differenza che tutto sembra decisamente in condizioni migliori. Una serie di parchi circondano il centro e lo dividono dalle zone nuove, preservando le antiche mura, che tanto fecero dannare i francesi.
Questa città dall'aspetto civile vive un contrasto insanabile e sotterraneo, tuttavia ben conosciuto da tutti: il terrorismo. Con il termine della tregua sancito dalle milizie basche, lo spettro del terrorismo è tornato prepotente in questa tranquilla città. Parlarne con gli abitanti, poi, è considerato scortese perché accende le passioni indipendentiste.
Eppure... Al di là delle profonde modifiche alla vita cittadina imposte dal Sanfermin, era impossibile non notare la massiccia presenza di polizia comunale, regionale, della guardia civile, dei controlli a tappeto. Sovra dimensionati per qualsiasi tipo di festa.
E poi... C'era ordine. Non ho visto parchi con spazzatura vecchia di anni. Non ho visto panchine divelte. Ho visto giochi dei bimbi sparsi per tutta la città. E i bagni pubblici. Tanti e fissi. Non solo quelli sistemati per il Sanfermin ma anche molti altri, collocati in punti strategici e disponibili 365 giorni l'anno. E girare con il passeggino è stato veramente una passeggiata: marciapiedi sgombri, passaggi pedonali senza pali della luce o cestini che li bloccano, controlli severissimi per le auto in divieto, parcheggi (a pagamento) sparsi per tutta la città e di enorme capienza, strade in ciottoli in cui i rattoppi non si vedevano... Persino sistemi di passaggio degli scoli fognari, fatti apposta per i passeggini e le carrozzine. Insomma: nulla a che vedere con gli slalom a cui è costretto il passeggino di Anahi' in Italia.
Senza contare la cortesia... Perché era normale che la presenza di un pedone sulle striscie fermasse il traffico. Anche nelle ore di punta. Senza auto che occupavano il passaggio. Senza bisogno di chiedere o di protestare.

La civiltà non c'entra con la cultura. E non si vede dalle grandi biblioteche, dalle infrastrutture. Non è un caso che gli europei considerino gli americani come un popolo poco civile. La civiltà si vede dalle piccole cose di tutti i giorni. Mi spiace per noi ma Pamplona dimostra di essere avanti anni luce rispetto a quello che vedo qui. Anche nei nostri più bei centri storici.

No, gli spagnoli non sono nostri cugini. La verità è che, forse, vorremmo assomigliargli un po'.

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