giovedì 3 gennaio 2008

Il primo post dell'anno...

Non arrivava da troppo lontano. Certo, a piedi era un bel po' di strada...
Le spalle un po' curve, i piedi un po' strascicati... Ci ha messo un po' a trovare la casa giusta. Con un cagnetto nero e marrone che lo seguiva passo per passo, senza lasciarlo mai.
Però ne hanno approfittato per fermarsi a salutare il vecchio parroco, il loro vecchio amico di Velate. Che anche lui, quella notte, se ne stava un po' in giro, a trovare i suoi parrocchiani.
E poi... Giù per la discesa, facendo attenzione al ghiaccio in strada, davanti alla centrale del latte.
E poi avanti... Girando a sinistra, dopo la bocciofila...
"Una voeulta ghe giugavi ancha me. Quant ghevi i gamb e ghe vedevi ben."
E poi a destra, prima dell'edicola. E poi ancora a destra, fino in fondo alla via, verso una casona di mattoni rossi.
"L'ha metuu i pess in giarden... L'è minga tant a post, ma se ghe piasen... Ign gnanca bonn de mangiaa."
Col suo bastone in mano, la faccia rugosa, la barba pungente del giorno prima, magro e dinoccolato, imbottito per difendersi dal freddo. E quel cagnetto sempre dietro, che capiva le parole e gli sguardi. E rispondeva.
Ha fatto la sua strada ed è arrivato. Davanti alla porta.
"Attenti al cane... L'ha toeu un can..."
Alla fine sono entrati, trovando una cagnolina sul divano. Si è girato verso il cagnetto: "Te sumiglia... T'he vest? Te voeur ben." Il cagnetto ha guaito un po'... Perché era scappato via di fretta e mica pensava di avere così tante somiglianze con quella cagnolina.
Poi... Si son messi a girare un po' per casa... Hanno guardato la stanza della bimba, vuota, scoprendo che ha più vestiti di una principessa e disapprovando i due scatoloni dietro alla porta: "Le mai sta urdinaa".
Poi sono scesi... Disapprovando ancora di più la stanza degli ospiti e l'ufficio, ancora ingombri di scatoloni... " Se stavi che, insema, putevi dagh una man.".
Dopo sono saliti... Scoprendo un lettone in cui dormivano due tizi e mezzo. Con un mezzo che, in realtà, era una mezza e li separava: bianca e rossa, dormiva beata con i piedi addosso al papà e la testa appoggiata sulla madre.
Son restati lì a guardarli un po'.
Lui scuotendo la testa e fissandosi quell'immagine nella memoria. Il cagnetto, scodinzolando e approvando il fatto che la cagnolina di sotto sarebbe potuta salire in ogni momento se avesse avuto bisogno di compagnia.
Poi hanno sentito i rintocchi del campanile davanti casa... Le 5.
"Tra mezura el leva su... Bisugna andaa... "
E sono fuggiti via. Lungo la strada a ritroso. Salutandosi nei dintorni della Fiera perché loro stavano in due posti diversi.
Lui salutò il cagnetto. "Se vedum la prosima voeulta. Fà ul brau e fa la guardia."
E l'altro, con uno scodinzolio: "Se vedum. Voo insema al can gialt che el buia semper..."

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