venerdì 22 giugno 2007

Il sindacato dei fannulloni

"Se il sindacato non tiene conto dei problemi veri di competitività delle imprese che interessano anche i lavoratori, rischia di diventare il sindacato della pubblica amministrazione, dei pensionati e di qualche fannullone"

Questa frase è stata detta ieri da Luca Cordero di Montezemolo, presidente di Confindustria, in occasione della riunione degli imprenditori di Reggio Emilia.
Difficilmente sono d'accordo con le idee che circolano in Confindustria. La paura del mercato tipica dei grandi imprenditori italiani è tra le cause principali della situazione dell'Italia di oggi.
Però... Questa frase qui riassume in pieno quella che è anche la mia idea dei sindacati italiani di oggi.
Il sindacato nasce come libera associazione di lavoratori che fanno un "fronte comune" contro gli imprenditori per ottenere più diritti, più soldi e più libertà.
A partire dall'800, grazie ai sindacati è stato possibile ottenere stipendi più alti, riduzioni dell'orario di lavoro, miglioramenti significativi della qualità della vita dei lavoratori e mille altre cose che hanno trasformato la popolazione, cambiando la vita di semi-schiavitù in una vita libera.
Sulla carta.
Perché dagli anni '80 in poi, la quantità di tutele in atto ha equiparato l'assumere una persona allo sposarla. Con possibilità di divorziare in modo costosissimo. Per riuscire a cacciar eun lavoratore assunto, un'azienda deve veramente fare cose assurde e, comunque, prepararsi per la causa legale che ne seguirà.
In più, la disponibilità di lavoratori e apportuni "spifferi" nelle leggi, hanno permesso alle aziende di supplire ai loro bisogni di lavoratori con contratti NON tutelati dai sindacati.
Così, si sono create due macro categorie di lavoratori. Da una parte quelli iper tutelati, dall'altra un esercito di precari in ogni campo, senza alcuna tutela.
Oggi, il contratto "a progetto", quello di "associazione" e mille altre forme riconducibili ai contratti "co.co.co" (collaborazione continuata e coordinata), sono la norma, specialmente per i giovani. La norma al punto tale che un giovane assunto arriva ad essere quasi sospetto, lasciando intendere che l'assunzione è avvenuta su pressione del papà, dello zio, del cugino che erano già in azienda.
Tutti questi contratti-fuffa nascono per uno scopo ben preciso: evitare le tutele del lavoratore da parte dell'azienda. Così vengono evitate anche le spese per il versamento dei contributi previdenziali, del TFR, le ferie pagate, la continuità lavorativa.
E i sindacati? Che fine fanno questi grandi strumenti della libertà dei lavoratori?
Dopotutto, oggi, gran parte dei lavoratori giovani non ha avuto opportunità di assunzione e, quindi, non fa parte del sindacato.
Bene... I sindacati sono stati a guardare. Nessuno ha toccato i "diritti acquisiti" degli assunti. Nessuno ha toccato quei lavoratori che facevano parte del sindacato e sono andati in pensione.
Semplicemente, è stata creata una nuova categoria di lavoratori che non hanno la possibilità di formare un sindacato e non ha alcun potere contrattuale. Dispersi e spezzati, in lotta tra loro.
Ai sindacati, questi, non interessano. Non li tutela e non gli importa.
Sanno benissimo che per tutelare quei lavoratori-fantasma, dovrebbero rinunciare a una parte di tutele per gli altri lavoratori e per i pensionati (magari iscritti da anni e con ruoli di potere). Sanno benissimo che, in alcune aziende, gli assunti sono "al traino" dei precari. Che questi precari non fanno vacanze perché in vacanza non sono pagati. Che vanno avanti anche se ammalati perché un giorno di malattia è un giorno di stipendio in meno. Che non fanno figli perché una gravidanza corrisponde a molti stipendi in meno. E che, dal punto di vista aziendale, sono veramente il massimo: lavori, ti pago. Non lavori (per qualsiasi motivo), non ti pago e prendo un altro.
Certo, molte aziende, così, si fondano sulla fuffa e non hanno alcuna ricchezza interna. Ma l'offerta di lavoratori è talmente alta che chiunque può essere rimpiazzato in breve tempo, anche se occupa un posto chiave.
Alla fine... Alla fine, i sindacati tutelano le persone che ne fanno parte. E solo quelle, giustamente. Quindi chi tutelano? Per prima cosa i pensionati, ex lavoratori che continuano a versargli i contributi associativi. Non è un caso che diversi studi confermino che l'età MEDIA dei lavoratori iscritti ai sindacati supera i 44 anni, confermandosi come la più alta d'Europa. La media europea è di 40 anni, quella di alcuni paesi, come l'Irlanda, arriva a 35.
E poi chi tutelano?
Certamente tutelano gli assunti, quelli per cui ha un senso iscriversi a un sindacato. Quindi, tutti quelli che sono bravi e volenterosi lavoratori ma anche quelli che sono fancazzisti, impreparati, inadeguati. Perché, tra i precari, queste ultime 3 categorie NON ci sono. Se qualcuno così si mette a fare il precario, viene sostituito in 2 giorni e non trova più lavoro.
Quindi... Benvenuti, cari sindacati, nel mondo reale.
Finalmente c'è stato uno "di potere" che vi ha detto in faccia quello che meritate.
Ciò non toglie che penso che gran parte degli attuali imprenditori italiani abbiano lo spirito di avventura e il coraggio di un coniglio, che vogliano solo sfruttare senza produrre ricchezza, che si siano trovati la pappa pronta dai loro genitori e si limitino a distruggere quello che hanno... Ma su questa cosa dei sindacati, Montezemolo non poteva dire di meglio.
Resta aperta una questione... Cari sindacati, tra 10 anni, quando quasi tutti i vostri iscritti saranno pensionati e quasi tutti i lavoratori saranno precari, da dove tirerete fuori i soldi delle quote associative?

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