martedì 19 giugno 2007

Il sud sfigatissimo

Stamattina mi è saltata all'occhio una cartina fisica e politica dell'Italia e mi sono ritrovato a pensarla in modalità Warcraft.
In pratica: se quella lì fosse stata una mappa di un gioco gestionale, come avrei distribuito le attività produttive? Ovviamente tenendo presente che si tratta dell'Italia.
Bene... Signori, non abbiamo capito un tubo.
Attualmente che succede?
C'è un nord fortissimo dal punto di vista industriale che chiede spazi, strade, meno burocrazia, sicurezza e opportunità per inseguire l'economia europea. Un treno in corsa in cui servizi, piccole industrie e persone competono, forse da un livello superiore, con i loro concorrenti tedeschi, francesi, spagnoli e americani. Una macchina della produzione fatta di centinaia di migliaia di aziende che vanno da 1 a 50-100 dipendenti che chiede solo di potersi espandere.
Poi c'è il centro Italia. Un po' di turismo, una buona dose di burocrazia, qualche azienda-gioiello e una serie di aziendine che hanno difficoltà a crescere per mancanza di servizi, per attese di fondi, per mille motivi.
Dopo c'è il sud... E qui andiamo male. Perché un'amministrazione poco previdente pensa che il sud dell'Italia, grazie a investimenti e lotta alla criminalità, possa "raggiungere" il nord.
Stupidaggini.
Il sud Italia NON può competere con il nord. Non potrà mai. La Lombardia, il Piemonte, il Veneto, l'Emilia Romagna. Guardatele sulla cartina. Incuneate in mezzo all'Europa, a un passo dai mercati svizzeri, francesi, tedeschi, austriaci e a un braccio dagli sterminati mercati dell'Est.
Guardate invece il sud: laggiù, sperduto in mezzo al Mediterraneo. A 2000 Km dalla civiltà.
O meglio: dalla "cosidetta" civiltà. Perché il Sud, in realtà, è superiore al nord. Quando al nord si incideva ancora sulle pietre, al sud c'erano i greci e si faceva la filosofia.
Il problema del nostro amato sud non è che è arretrato. Questa abusata espressione non significa assolutamente nulla. Il nostro sud è arretrato industrialmente ma ha risorse che il nord non si sogna nemmeno.
Prima fra tutte il turismo.
Una città come Milano non è nulla senza i suoi uffici, le sue fabbriche, le sue industrie. Cos'è? Uno spiazzo di cemento in mezzo alla pianura, con poche rovine che si girano a piedi in poche ore. Si va a Milano a vedere il Duomo e si resta meravigliati quei 2 minuti per una roba del '300.
Vai al sud. Vai a vedere i templi greci e romani. Vai a vedere le aree incontaminate. Vai a vedere il Vesuvio e l'Etna. Vacci a vederlo, il sud. Quella lì è la sua ricchezza.
Vuoi risollevare il sud Italia?
Perfetto... Riempilo di guide turistiche, costruisci aeroporti internazionali, semplifica i collegamenti, crea rotte di traghetti e navi, dai incentivi ad alberghi e hotel, costruisci campi da golf, maneggi, sistemi di sentieri. Costruisci parchi di divertimento. Il sud, da solo, ha la capacità tecnica, storica, culturale e gli spazi sufficienti per totalizzare, ogni anno, l'equivalente dei turisti che visitano tutto il resto d'Europa. Non è impossibile, se le istituzioni collaborano e le banche avessero veramente voglia di aiutare lo sviluppo. Non è con progetti faraonici che si risollevano le cose. Serve un micro-credito etico, altro che finanziamenti da buttare nel pozzo nero e chi s'è visto, s'è visto.
Invece?
Invece, la spazzatura a Napoli è un problema. E i ragazzi vengono lasciati a marcire tra lavoro nero e disoccupazione, facile preda della malavita. E i collegamenti sono più che precari, anche tra grandi città. Il tempo si allunga, le persone non hanno sostegni produttivi...
E, poi, scatta il razzismo, la voglia di "sganciare la zavorra", l'Italia che si spezza. Stiamo facendo un'Europa unita e, ormai, si dà per scontato che l'Italia sia divisa. Perchè alla "locomotiva" non dispiace finanziare lo sviluppo del sud. Gli dispiace che tutti i soldi spesi finora siano stati, sostanzialmente, gettati alle ortiche e usati per opere inutili.

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