venerdì 19 ottobre 2007

Addio canone RAI

Mi ricordo di una favoletta dove c'era un cane che aveva un pezzo di carne in bocca.
Passeggiando lungo la strada, si vide riflesso in un fiume e vide un altro cane che ne aveva un altro.
Allora, si mise a cercare di prenderglielo e, mollando il suo pezzo, lo lasciò cadere in acqua e lo perse per sempre.
Alla fine non ebbe il pezzo in più e perse anche quello che aveva.
Che c'entra?
C'entra... Perché la RAI, negli utlimi anni, ha rotto un bel po' con il suo stramaledetto canone e, ora, rischia di restare senza.
Il canone venne introdotto agli albori della storia televisiva per supportare lo sviluppo della nascente tecnologia televisiva italiana. Era una tassa che aveva un certo senso: permetteva di trasmettere quando non c'erano altre forme di supporto. In più era una tassa giusta: chiunque avesse un televisore poteva scegliere se guardare scariche elettrostatiche oppure il canale RAI.
Sono passati diversi secoli da allora ma il balzello è rimasto. Giustificato da non meglio precisati "diritti" che la RAI avrebbe acquisito. Giustificato artificiosamente persino quando è palese che l'acquisizione del canone è una pratica che porta la RAI in vantaggio sui concorrenti e si può classificare come "concorrenza sleale". Artificio che risulta evidente quando si vede la RAI trasmettere cose di dubbia utilità, diseducative o paradossalmente meno "di servizio" rispetto a trasmissioni presneti sulle TV private.
Bene...
Con l'arrivo in massa del multimedia per tutti sui computer, la RAI ha annusato il business ed ha fatto valere quel paragrafo della legge istitutrice del canone che indica come soggetti del versamneto tutti quelli che hanno apparecchiature "atte o adattabili a ricevere le trasmissioni".
Quindi, oltre alle TV, anche i monitor con sintonizzatore integrato e i videoregistratori. Ma anche i computer, quasi tutti i telefonini dell'ultima generazione e via dicendo.
Così succede che, oggi, la ADUC faccian notare che gli uffici postali NON pagano il canone pur essendo belli pieni di computer di vario genere. per la precisione, le poste evadono il canone "speciale" per un totale che varia da 8 a 13 milioni di euro.
Una bella cifretta.
Vorrei far notare, però, che la stessa cosa vale anche in molti altri ambiti: le banche, gli uffici, le officine e così via... Tutti evasori. Ovuinque ci sia un PC, se non c'è già un televisore in regola, c'è un evasore.
Mi immagino una banca con 20 filiali, 1 sede centrale e 5 bancomat nei luoghi strategici (centri comemrciali, piazze) che deve pagare il canone speciale per ogni locazione: 900 euro circa per 26 luoghi fanno 23400 euro di canone all'anno. Più, a questo punto, gli arretrati.
Se la linea proseguirà in questo senso e se la legge è veramente uguale per tutti (cosa che non è affatto vera in questa Italietta dei poveri), mi aspetto che nel 2008 ci sarà un'ondata di pagamenti e una azione da parte di questi soggetti volta ad eliminare l'inutile balzello.
Si, perché se devono pagare i poveri cristi, nessuno fa nulla e i politici non si muovono. Anzi: sono contenti.
Se devono pagare quelli che i soldi li hanno... Sono certo che si troverà la scappatoia.
Quindi ci sono due strade: l'esonero dal pagamento per alcuni soggetti (soluzione tipicamente italiota che viene usata ingiustificatamente) oppure l'abolizione.
Io, ovviamente, spero ancora (illudendomi) che ci sia un minimo di coerenza nella testa dei nostri grandi capi e che la si pianti di tassare e tartassare chi non ha i soldi, facendo pagare chi li ha oppure togliendo qualche inutile tassa.

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