lunedì 15 ottobre 2007

La ricchezza delle aziende sta nelle persone

Prendo spunto da un fatto.
Oggi, una mia collega, Nicoletta, ha dato le dimissioni e, esonerata dal periodo di preavviso, ci ha lasciato. In 5 minuti.
Secondo me è una cosa che fa riflettere. Molto.
Tempo fa lavoravo per un grosso editore, un'azienda il cui motto era "tutti servono, nessuno è indispensabile".
Bene... Quell'editore è stato una "fucina di idee" che ha dato vita alla "rivoluzione" delle riviste di informatica in Italia. Ha aperto un mondo. Dalle sue redazioni sono passati i migliori (e qualche peggiore) giornalisti specializzati. Quelli innovativi. Quelli capaci di spiegare le cose anche alla più tecnofoba delle casalinghe.
Quell'editore non c'è più: è stato assorbito da un'altra azienda.
Il suo patrimonio di "menti" è andato sparso per il mondo, in luoghi di lavoro migliori, ad inseguire idee innovative che lì non poteva più sviluppare. Tanta gente, tanti amici, spari in giro. Chi non è riuscito a trovare altri posti sta ancora lì, nella società acquirente, in una palude di difficile sbocco.
Lì ho visto come era iniziato tutto ed ho visto la fine. Dall'esterno (perché io sono quasi sempre stato un esterno).
Oggi vedo la stessa cosa che si sta ripetendo qui, dove lavoro.
Le persone che valgono se ne vanno e l'azienda risulta essere, già oggi, un contenitore vuoto. Riempito solo da collaboratori, associati, stagisti.
Mi chiedo: quanto vale un'azienda così?
Secondo me è inutile e non vale nulla. Destinata a sparire al primo soffio di vento, questa azienda regala le sue ricchezze a chissàchi.
per questo, ogni volta che leggo la frase che dà il titolo a questo post, sorrido.
Aziende che considerano le persone, i loro lavoratori, come una ricchezza, ormai, sono proprio poche.

1 commento:

Khamul ha detto...

Mi commento da solo...
Nicoletta si farà 4 risate sapendo che oggi, il giorno dopo le sue dimissioni, il cliente che era interessato a lei si è fatto vivo chiedendo urgentemente il suo sistemista...