lunedì 8 ottobre 2007

Secondo giorno da ricordare

Oggi è il 9 ottobre 1963.

Lo so che siamo nel 2007 ma, ogni anno, per me è come essere nel '63.
Io, nel '63 non c'ero. I miei manco si conoscevano.
Ma so tante cose su quel giorno perché è importante saperle. Tutti dovrebbero saperle.

Quel giorno lì, l'Italia, ebbe immediata visione di quanto funzionasse male il suo sistema dirigenziale, politico, finanziario ed economico.
Quel giorno lì, molti decenni prima di tangentopoli, l'Italia scoprì come il suo sistema fosse corrotto fin dalle radici e la gente comune scoprì quanto poco contavano le vite rispetto ai soldi.

Il 9 ottobre 1963, un pezzo del monte Toc decise di far visita ai piedi della montagna, lanciandosi nel lago che era stato formato dalla diga del Vajont.

Alle 22:39, 270.000.000 di metri cubi di roccia, terra e fango si staccarono dalla montagna e si buttarono nel lago sottostante, dopo i ripetuti inviti che gli invasi e gli svasi della diga gli stavano facendo da 4 anni.

Il tuffo provocò due onde da 25.000.000 metri cubi di acqua, fango e sassi. Una risalì il torrente Vajont, andando a ripulire la valle. L'altra superò la diga (ancora oggi quasi intatta) andando a cadere sulla tranquilla cittadina di Longarone.
Dopo averla spazzata via, si divise a sua volta, risalendo il fiume in parte e in parte ridiscendendolo, creando un'onda di piena alta diversi metri e spazzando via qualche altra abitazione lungo il cammino.

Per anni, la zona venne dichiarata militarizzata, i sopravvissuti vennero DEPORTATI in altri luoghi e molte inchieste che seguirono cercarono di depistare le indagini attribuendo la responsabilità alla natura, alla montagna.
Dopo al danno, la beffa. Atroce beffa di uno stato prima assente e poi preoccupato che si sapessero le sue responsabilità.

Per fortuna, altri giornalisti e studiosi riuscirono a far passare la verità su quella tragedia. Ci furono processi e le responsabilità vennero attribuite correttamente. Su chi sapeva e qualcuna anche su chi non poteva non sapere... Anche se i due maggiori responsabili erano, ormai, morti da tempo a causa della vecchiaia.
Alla fine, però, a pagare per la tragedia fu solo una persona e 2000 vittime vennero "risarcite" con un paio di anni di galera.

Eppure, non abbiamo imparato ancora nulla.

2000 vittime per avere un rispetto maggiore del territorio, delle leggi, delle gerarchie.
Per evitare che aziende irresponsabili come la SADE di allora potessero prendere il controllo delle nostre vite e sacrificarci sull'altare del profitto.

Sarebbe stato un prezzo... Ragionevole.

Invece, non abbiamo imparato nulla ed è solo fortuna che non sia successo più nulla di così immediatamente catastrofico. la sfiga, però, è dietro l'angolo, anche se i nostri "trafficoni" preferiscono non considerarla mai.

E' questo l'aspetto della tragedia del Vajont che mi affascina. Che mi fa stare lì.
Il vedere l'Opera suprema dell'Ingegneria, inutile davanti all'idiozia degli uomini che l'hanno concepita e costruita.

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