venerdì 12 ottobre 2007

Microsoft: il paese delle fate.

Provo sempre un certo senso di... Depressione e scoraggiamento, quando rientro da qualche "evento" promosso da Microsoft.
In quel paese felice, i team sono composti da tantissime persone: c'è il grafico che fa il grafico, il coder che fa il coder, il DBA che fa il DBA, il designer che fa il designer, il project manager che fa il project manager, l'architetto che fa l'architetto.
E' meraviglioso.
E poi il software... Tutti hanno sempre l'ultima versione di sistema operativo, con tutti gli ultimi aggiornamenti e le ultime versioni degli strumenti di sviluppo.
Per finire l'hardware... perché è normale che tutti i computer siano degli HP ultimo modello, che ce ne sia uno per Exchange, uno per SQL server, un controller di dominio e così via...
E i tempi di lavoro? Ad ogni nuova versione degli strumenti di sviluppo, il lavoro fatto si butta e si rifà da capo con le nuove funzioni. Senza contare la possibilità di prendersi tutte le certificazioni possibili prima di iniziare il lavoro e di seguire seminari, appropondimenti e così via.
Così, passo qualche ora in questo mondo di fiaba e mi dimentico della dura realtà.

In realtà, anche grandi aziende hanno spesso team di sviluppo composti da una o due persone, che si occupano di design, sviluppo, architettura, database... Se non, come nel mio caso, si impegnano anche per far funzionare i server, mettere pezze, aggiornare i sistemi, manutenere il dominio, cambiare l'architettura hardware, aggiornare gli antivirus, assistere gli utenti...
Insomma: ogni tanto, sto lì, in Microsoft, e penso che mi stanno prendendo per il culo.

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