sabato 20 ottobre 2007

Terzo giorno da ricordare.

Venerdì 20 ottobre 1944.

Pur alleati degli italiani, a causa di un armistizio intempestivo, i comandi della 15a forza aerea danno il via a un'operazione per distruggere la forza produttiva delle fabbriche a nord di Milano, ancora sfruttate dai nazi-fascisti.
Decollano 38 B-24 per spianare gli stabilimenti dell'Isotta Fraschini, 29 B-24 per devastare gli stabilimenti Alfa Romeo e 36 B-24 con una serie di bombe indirizzate alla Breda di Sesto San Giovanni.
Ogni B-24 trasporta 10 bombe da 220 Kg l'una.

I primi due gruppi arrivano a destinazione senza particolari problemi: senza antiaerea e senza contrasti da parte della caccia tedesca (richiamata in patria perché c'erano ben altri casini di cui doveva occuparsi), fanno il loro lavoro e tornano alla base.
Naturalmente, non proprio tutte le bombe sono arrivate dove dovevano... Si chiamano "danni collaterali": civili morti perché, con un'arroganza senza pari, hanno osato attirare le bombe sulle loro case.

Si sa, però, la guerra è guerra.
Va bene... Noi italiani eravamo alleati... Ma, vuoi mettere? Ammazzare 10 o 100 fascisti e nazisti! Non importa se, per ogni fascista ammazzi anche 100 poveracci... Cioè, siamo in guerra. No?

Il terzo gruppo, invece... Beh, quella è una storia diversa perché il terzo gruppo ha un'avventura.
Decollati da Foggia alle 8 circa, uno di loro ha avuto un guasto ed è tornato subito indietro. gli altri si dividono in 2 ondate, che dovrebbero arrivare in successione a Milano, verso le 11.
Arrivano quasi alla Svizzera per entrare nella rotta corretta e ce la stanno per fare.
Solo che l'aereo leader della prima ondata, responsabile della rotta, ha un guasto al circuito di lancio. Il risultato è quello di dissodare qualche Km di campagna nei dintorni di Saronno.

E la seconda ondata?

Beh, la seconda ondata mostra come siano tecnicamente competenti gli americani, quando ce la mettono.
Arriva al punto di inizio dell'attacco e prende una rotta sbagliata di 44 gradi rispetto ai piani, con il risultato di rendersi conto dell'errore quando, ormai, era troppo tardi. Un po' come essere a Milano e prendere per Varese per andare a Bergamo.
Non essendoci in zona altri obiettivi militari, la missione venne considerata fallita... Ma cosa farsene delle bombe?
La benzina per riportarle non bastava, erano innescate (e pericolosissime) e, in questi casi e anche in epoca moderna, si sganciano su altri obiettivi militari oppure nei campi.
Con condizioni meteo perfette, affiancate da una grandissima dose di superficialità, di paura di tenere a bordo le bombe innescate, di fretta, di incuria, di voglia di farla pagare agli italiani...
Il comandante dell'ondata decise di sganciare le bombe immediatamente, sopra la città. Sopra quelle casette che si vedevano da lassù, con i viali lastricati e le stradine di un paesello del '44.
Il piccolo paesino di Gorla (oggi inglobato in Milano) si vide arrivare addosso oltre 35 tonnellate di esplosivo che colpì abitazioni, negozi, vie e la scuola.
Si, la scuola elementare.


Scuola... BOOOOM... Fine della scuola.

Con le sue maestre che correvano per mettere al riparo i bambini, con le mamme che erano andate a prenderli per portarli via, con i fratelli minori, ancora in fasce.
Ci furono 184 vittime e nessuno, ripeto NESSUNO, venne mai accusato di nulla.
Quel giorno, in tutta Milano, i morti accertati furono ben 614 mentre di molti scomparsi non se ne seppe più nulla: difficile recuperare un cadavere se gli sono scoppiati sopra 220Kg di esplosivo.
Nessun responsabile, "sono danni collaterali", nessun colpevole.
Nemmeno il capo missione. Nessuno.

Ora... permettetemi di essere diffidente quando la propaganda coscente o incoscente americana ci dice che i morti civili sono pochi, che non si potevano evitare, che loro portano la pace, la democrazia, che aiutano la gente.
Permettetemi di incazzarmi come una bestia quando un aereo americano spezza i cavi di una funivia e ammazza qualche decina di turisti.
Permettetemi di diventare un po' islamico integralista quando vedo l'arroganza di un popolo che fa porcherie senza fine e che nasconde le mani arrossendo quando, per sbaglio, la sua "immagine pubblica" ne risente.

Non a caso, l'unico commento fatto dai vertici USA su quel giorno, fu fatto solo in seguito alla "figuraccia" fatta e non per le vittime "scelte".
E, poi, via, via! A nascondere! I nostri alleati non vogliono che si ricordi questo episodio... quindi, il neonato stato italiano, fin nel '46, dimostra fin da subito la sua potenza e il suo orgoglio: inchinato agli USA allora, sempre e a chiunque altro abbia fatto la "voce grossa" da allora in poi, nei secoli dei secoli.
Solo grazie alla caparbietà dei sopravvissuti, oggi, al posto di quella scuola, c'è un monumento.
Sotto al monumento c'è un ossario.
Dentro l'ossario, i resti di quei piccoli che andavano a scuola per affrancarsi dall'ignoranza.
Che l'ignoranza ha ucciso.
Sono passati 63 anni.
Non abbiamo imparato NULLA.

- Un minuto di silenzio. -

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