martedì 29 maggio 2007

Politici di mestiere... Bah!

In questi giorni di elezioni, il mio pensiero corre a elezioni passate. Non per la questione politica italiana. A me, che vinca uno o che vinca l'altro, interessa ben poco.
Il mio interesse va verso quei candidati che, all'estero, fanno un lavoro, smettono se vincono le elezioni e lo riprendono quando le perdono.
In particolare mi viene in mente lo scontro tra Kerry e il piccolo Bush. Che lavoro faceva Kerry? L'avvocato. Uno dei più ricchi politici degli USA, anche grazie all'aver sposato la regina del ketchup.
Bene... Che si aspettano tutti gli americani? Che Kerry torni a fare la sua vita di prima quando non farà più il senatore.
OK... Noi italiani, invece?
Va bene, c'è Berlusconi che s'è fatto una vita da costruttore / proprietario di TV / venditore di saponette / cantante di pianobar / Diosolosacosa. Poi è andato in politica e ci ha tolto tanti dubbi su tante cose.
Ma... Gli altri?
Va bene... Passo anche Prodi. Che era docente di economia industriale a Bologna ed ex presidente dell'IRI. Certo, come docente ha acquisito una patina da lavoratore tipica dei professoroni dell'università. Come presidente dell'IRI sono sicuramente infondate le voci che dicono che si è limitato a smembrarlo senza far ottenere granché allo stato.
C'è da dire, comunque, che entrambi sono entrati in politica, rispettivamente, dal 1993 e dal 1978 (!). Oggi hanno 71 e 68 anni. Cioè... Diciamocelo... Che cazzo ne possono capire 'sti due dei giovani? Non arrivo ai "giovani" veri. Quelli che hanno 12-18 anni. Questi qui non capiscono nulla manco di chi ha 40 anni. Non possono. Sono di una generazione più vecchia dei miei genitori! E di lavoro fanno i politici!
E, con loro, tutta una serie di personaggi che non muove un dito da anni.
Penso, per esempio, a Casini, Fini, Dalema, Bertinotti... Tutta gente che non si è prestata alla politica, al servizio del paese. Loro dicono così ma non è vero.
Sono persone che hanno CAMBIATO LAVORO. Questo è l'errore.
Hanno buttato via le loro esperienze lavorative precedenti e hanno passato il punto di non ritorno: si sono messi a lavorare in politica e NON ci pensano nemmeno un secondo a rinunciare. Sono diventati politi e moriranno politici.
Poi ci dicono che la politica è in crisi, che le istituzioni sono in crisi... Ma se sono loro che si attaccano a qualsiasi sgabello! Si siedono lì per terra, in un quadrato chiamato "politica", gli escono le radici (non dico da dove) e diventano inamovibili.
Questo invidio alla democrazia estera... Che, se uno fa il suo lavoro e decide di candidarsi ma perde le elezioni, torna a fare il suo lavoro. E l'opposizione si cerca un leader che potrebbe avere un consenso maggiore.
Non sta lì, per anni, secoli e tornate elettorali, a presentarsi per ogni possibile candidatura fino allo sfinimento. E non si ignorano le condanne più o meno definitive subite per le cose più svariate.
Una notizia di oggi dice che il ministro dell'agricoltura giapponese, Toshikatsu Matsuoka, si è ucciso in seguito alle accuse di corruzione di cui avrebbe dovuto rispondere in Parlamento.
Una roba così, da noi, significherebbe riuscire, finalmente, a fare un bel turnover in parlamento.
Ma cazzo... Lui è morto dalla vergogna... Possibile che i nostri non ci pensino nemmeno? Almeno un pensierino a ritirarsi a vita privata?
A noi basta che questa gente vada A CASA e lasci spazio a qualcuno (e ce ne sono) con idee più fresche. Magari con la fedina penale immacolata.

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